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rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
11 Marzo 2009

Texas libero, Chuck Norris Presidente

Non esiste la teoria dell’evoluzione, ma solo una lista di creature a cui Chuck Norris permette di vivere.


Confesso che la prima immagine che mi si è materializzata nella mente è quella di un Chuck  Norris che alla guida di cento mila texani sbaraglia l’esercito federale a suon di calci rotanti, dopodichè dichiara l’indipendenza del Texas.
Fatto sta che il celebre Norris ha recentemente dichiarato che sarebbe disposto a candidarsi come Presidente del Texas.
Non governatore, la massima carica che si può ricoprire a capo di uno stato dell’unione, ma proprio presidente,  titolo che presuppone l’indipendenza dello stato guidato.
Lo stato del Texas d’altra parte ha una lunga tradizione per quanto riguarda le tendenze autonomiste, dai tempi del generale Sam Houston, che sconfisse i messicani ad Alamo, fino a Richard McLaren, che barricato nel suo ranch nel 1997 proclamò la costituzione della Repubblica Indipendente del Texas, prima di arrendersi ad un esercito di rangers.
Da Sam Houston a Richard McLaren, fino a Chuck Norris.

Per dimostrare che non scherza, Norris nell’articolo scritto per il World net daily cita la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, in cui viene espressamente sentenziato che

ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo, che ponga le sue fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo sembri più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità.
La Prudenza, anzi, imporrà che i Governi fondati da lungo tempo non andrebbero cambiati per motivi futili e transitori; e di conseguenza ogni esperienza ha dimostrato che l’umanità è più disposta a soffrire, finché i mali sono sopportabili, che a cercare giustizia abolendo le forme alle quali sono abituati.
Ma quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni, che perseguono invariabilmente lo stesso obiettivo, evince il disegno di ridurre il popolo a sottomettersi a un dispotismo assoluto, è il loro diritto, è il loro dovere, rovesciare tale governo e affidare la loro sicurezza futura a dei nuovi Guardiani

I politicanti di stanza a Washington sono avvisati.
La notizia della eventuale candidatura di Norris potrebbe apparire in sé pittoresca, se non fosse che stiamo parlando di una nazione nella quale Arnold Schwarzenegger svolge la mansione di governatore di uno stato che per prodotto interno lordo si può paragonare ai maggiori stati europei.

Anche l’ipotesi di un Texas indipendente potrebbe mostrarsi oggi meno fantasiosa di quanto poteva apparire solo un anno fa, dal momento che, nel bel mezzo della peggiore crisi economica e sociale degli ultimi 50 anni, negli Stati Uniti sono sempre più numerose le voci che esprimono il proprio disappunto nei confronti della gestione centrale di Washington.
Chissà se le previsioni del professor Panarin riguardanti la disgregazione degli Usa si avvereranno anche grazie ai calci rotanti di Chuck Norris.

 

Guarda là come brilla nella tempesta
quella grande stella gialla nel cielo blu
del Grande Texas State!
Ihe, ihe, ihei!
combatteremo contro gli Usa!
Ehi, ihe, ihe, ihei!
«Vittoria o morte» per il Texas State!

23 Febbraio 2009

Signoraggio, il falso problema

coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo


All’incirca quattro–cinque anni fa, nel variegato mondo della controinformazione iniziava a farsi largo un tema ancora poco approfondito, all’epoca, ovvero l’annosa questione del signoraggio.
Tra chi da tempo si occupava della questione, spiccavano i nomi, tra gli altri, del professor Giacinto Auriti, di Marco Saba e di Sandro Pascucci, quest’ultimo particolarmente attivo nel mondo della rete.
Chi all’epoca si imbatteva nei loro scritti veniva a conoscenza di quella che era descritta come la più grande truffa che il potere esercitava sulla popolazione, una truffa per mezzo della quale la popolazione stessa era tenuta in perenne servitù. Il termine “signoraggio” etimologicamente si riferisce ad una antica pratica medievale, e indica il diritto del principe, del re o del signore di trattenere una certa quantità di oro al momento del conio di una moneta.
Chi possedeva dell’oro poteva portarlo alle fonderie del sovrano, dove il metallo veniva trasformato in moneta.
L’effige del sovrano stesso che possedeva il diritto di battere moneta avrebbe garantito l’autorevolezza necessaria affinchè divenisse denaro accettato per gli scambi.
Il sovrano quindi garantiva l’autenticità della moneta, ed in cambio tratteneva una percentuale del metallo.
Questo diritto del sovrano era propriamente il signoraggio.Nei nostri giorni, nonostante i pareri tra gli stessi economisti divergano,  tra coloro che denunciano tale pratica come truffaldina il signoraggio è generalmente definito quale differenza tra il valore nominale di una banconota e il suo costo di produzione.
Una banconota da 100 euro verrebbe ad esempio a costare circa tre centesimi per essere creata, e la differenza tra quei 100 euro (valore nominale) e i 3 centesimi (valore intrinseco) rappresenterebbe il signoraggio (tralasciando di considerare  i vari tassi di sconto, che al fine del discorso non rivestono al momento eccessiva importanza).
Questo costo verrebbe quindi pagato dallo stato, costretto a prendere in prestito le banconote così create dalle banche centrali, entità private.
Gli interessi su tale debito verrebbero poi accollati sulla popolazione mediante la tassazione, ed in questo modo gran parte del profitto del lavoro dei singoli andrebbe a finire nelle mani dei banchieri, che non hanno fatto altro che stampare dei pezzi di carta.
Questa è in sintesi la denuncia degli economisti che indicano nella pratica del signoraggio una operazione fraudolenta ai danni dello stato e di conseguenza del singolo cittadino.Ed effettivamente nell’atto di emissione della moneta dal nulla un procedimento truffaldino ha effettivamente luogo, anche se con dinamiche forse più complesse di quanto si possano qui descrivere.
Nell’ambito della denuncia del signoraggio, però, i veri problemi iniziano quando si suggeriscono delle soluzioni, a tale pratica.
E’ opinione alquanto diffusa infatti tra chi analizza tale questione che il problema si risolverebbe se invece dei banchieri privati ad emettere moneta fosse direttamente lo stato.
In questo modo, viene spiegato, la moneta sarebbe esente da debito, qualunque cosa questo significhi, e la società tornerebbe a prosperare.
C’è anche chi, preso da grande entusiasmo, è arrivato a proporre anche il reddito di cittadinanza, ovvero un introito garantito dallo stato per ogni cittadino, indipendente dalle sue attività.
Si può ben comprendere il motivo per cui una tale proposta abbia ricevuto numerosi consensi.
In questa visione nulla sarebbe più impossibile per lo stato: grandi opere, benessere diffuso, una infinita quantità di denaro da spendere.
Tutto diverrebbe possibile nel momento in cui il popolo riguadagnasse la sua perduta sovranità monetaria.

Ma tutto questo discorso si sviluppa su di una fallacia enorme.
Il problema infatti non risiede nel fatto che siano i banchieri a stampare la cartamoneta a loro piacimento.
Il problema consiste nel fatto che ci sia qualcuno che possa creare denaro a piacimento, denaro che non ha alcun corrispettivo reale, ed obbligare la popolazione a farne uso.
Che sia il banchiere cattivo, lo stato oppure la fatina del bosco a farlo, il problema rimane.
Nella visione dei signoraggisti lo stato funge da vittima del sistema bancario.
In realtà, le banche centrali e i governi agiscono in sintonia; il sistema infatti non reggerebbe se la legislazione degli stati non obbligasse i cittadini ad usare obbligatoriamente il denaro prodotto dalle banche centrali.
Si tratta del corso forzoso.

Il corso forzoso impone una certa moneta come unico mezzo legale di tutti i pagamenti, transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del territorio nazionale.
Il corso forzoso comporta l’illegalità del baratto e dei pagamenti effettuati in valute straniere, punibili con la reclusione. E’ pure reato il rifiuto della valuta ufficiale come mezzo di pagamento.

Ed è lo stato, ovviamente, a garantire e ad imporre ai cittadini l’uso di una certa moneta.
Individuare  nelle banche centrali il problema e proporre lo stato come soluzione è quindi un errore, e si svia l’attenzione dal vero cuore del problema.
In sintesi, la truffa  si dipana in tre momenti:

  • la creazione di denaro dal nulla, svincolata da qualsiasi bene reale, a totale discrezione dei dirigenti delle banche centrali
  • il corso forzoso, per mezzo del quale gli stati obbligano i cittadini a dover usare esclusivamente la moneta così creata, punendo con sanzioni e  la reclusione chiunque faccia uso di un sistema di scambio alternativo
  • la riserva frazionaria, che permette al sistema bancario nel suo insieme di moltiplicare infinite volte la quantità di denaro circolante.

Gli esiti di una tale politica sono la perenne inflazione, per mezzo della quale la popolazione viene gradualmente alleggerita della propria ricchezza ed un insieme di capitali fittizi che si moltiplicano su loro stessi fino al momento in cui il sistema si accartoccia sulle sue fragili fondamenta, generando crisi simili a quella che attualmente stiamo attraversando.

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Per approfondire:
Bankestein revisited, dal baratto al baratro (storia della moneta)
Quando lo stato diventa falsario
Money banking and the federal reserve (video con sottotitoli in italiano)
Cos’è veramente l’inflazione?
7 Fallacie economiche (il blog di Paxtibi andrebbe segnalato nella sua interezza)
Surely You’re Joking, Mr. Pascucci!
Fiscalità monetaria
Freegaia (ormai un cult)

20 Febbraio 2009

Mondi nuovi e vecchi riti

Questo è ciò che ti lascerà senza parole



Sotto un cielo solcato da vistose scie chimiche, personaggi incappucciati e senza volto si aggirano come ipnotizzati,  totalmente assorti dai loro telefoni cellulari.
Uno scenario decisamente inquietante, e per una volta cui tale termine si può usare in modo appropriato.
La voce fuori campo significativamente dice “”Questo è ciò che ti lascerà senza parole: smetterai di prestare attenzione a quello che accade intorno a te”.
Si tratta di una pubblicità di una nota compagnia telefonica andata in onda circa un anno fa in alcuni paesi dell’Est europeo, e davvero sorprende la scelta dei creativi che hanno optato per un tale scenario per promuovere il loro prodotto.
Zret, che aveva segnalato questo video nel blog Tanker Enemy, notava:

Nello spot ogni oggetto assume sinistri valori simbolici: nella prima inquadratura gli altoparlanti evocano i campi di concentramento nazisti in cui gli ordini erano impartiti ai prigionieri, attraverso la voce impersonale dell’altoparlante. Quindi si susseguono scenari urbani con scale mobili e piazze sterminate. I campi lunghissimi inquadrano zombies immobili, incapaci di vedere, di udire e di parlare. Chiusi in un mondo virtuale, in una prigione elettromagnetica, costoro sono uomini di allevamento, condizione cui allude la mucca che attraversa la scena: ogni confine tra sub-uomini ed animali da macello è stato abolito.


Pare davvero rappresentata una delle peggiori distopie che si possano immaginare, e i vari aspetti di quello che viene chiamato Nuovo Ordine Mondiale sono mostrati in maniera palese, quasi eccessiva.

Ma c’è un particolare che spicca in tutto il contesto, ed è il bovino rosso che attraversa il campo verso la metà dello spot.
All’interno di questo cupo scenario, questo bovino rappresenta un elemento apparentemente del tutto estraneo, ma la sua presenza non è casuale.

Nella sequenza in cui compare, passa davanti ad uno dei personaggi incappucciati, che si viene a trovare esattamente nel centro della scena.
Qui è rappresentata una cerimonia, un sacrificio.
Il sacrificio.
La scelta di un bovino rosso non è infatti per nulla casuale.

Nel Tempio per eccellenza, quello di Gerusalemme, una
giovenca rossa veniva immolata e bruciata, e le sue ceneri servivano per purificare la comunità dei fedeli.
Trovare una giovenca completamente rossa era operazione spesso complicata, poiché non si tratta di una caratterista del tutto comune.

Il fatto che nello spot sia stato usato un animale proprio con queste caratteristiche, assai particolari, è significativo.

Dietro l’animale la figura incappucciata fa le veci del sacerdote, e si può inoltre facilmente notare come sullo sfondo i due piloni che reggono i cavalcavia evochino le
due colonne del Tempio di Salomone.

Nel complesso il filmato riprende simbolismi palesi e meno evidenti, quasi a voler sottolineare un legame tra realtà che sperimentiamo tutti i giorni (indottrinamento/megafoni, scie chimiche, atomizzazione della società, perdita dell’anima simbolizzata dalla scomparsa dei volti) con il sostrato religioso che in maniera occulta si nasconde dietro tutti questi fenomeni.

17 Febbraio 2009

Oltre il Nuovo Ordine Mondiale


Ogni tanto passo in rassegna su youtube i video “cospirazionisti” che trattano del Nuovo Ordine Mondiale.
Alcuni sono validi e forniscono utili informazioni, altri risultano eccessivamente enfatici e sensazionalistici.
E’ un tema che andrebbe trattato con grande cautela e con massima serietà, altrimenti si corre il rischio di fare la figura di un Tremonti qualsiasi.
Specialmente in questo periodo, in cui tutte le cautele del passato sono state accantonate; siamo in pieno finale di partita, infatti, e le varie elites non si preoccupano eccessivamente di celare se stesse e i loro piani.
Il Nuovo Ordine Mondiale oggi è sulla bocca dei politici più influenti, mentre fino a qualche tempo fa il solo evocarlo bastava per essere annoverati tra i paranoici visionari, un po’ come quelli che vedevano pesanti crisi economiche in agguato.
Non c’è più gusto oggi ad essere cospirazionisti, i politici ci stanno rubando tutte le battute. Nel frattempo, oltreoceano, tra i siti di controinformazione da qualche tempo c’è un certo interesse per la concomitanza di due eventi curiosi.
Da una parte la presenza sul territorio americano di centinaia di campi di detenzione pronti all’uso e per adesso vuoti, dall’altra l’avvistamento di centinaia di migliaia di tombe di plastica prefabbricate, a quanto pare ordinate dalla Fema in vista di una non meglio specificata emergenza nazionale.
Un fatto questo non del tutto chiaro, ancora da verificare.

Passando quindi in rassegna molti di questi filmati, emerge chiaramente un certo fermento che pervade il mondo della cosiddetta “controinformazione”,  riguardo argomenti che fino ad alcuni anni fa non riscuotevano grande interesse.
E grande è anche la preoccupazione che assale chi in questi filmati si imbatte.
C’è un qualcosa però che di tutti questi piani è più forte, e che alla fine ne decreterà la sconfitta.
Qualcosa di apparentemente banale.

 

14 Febbraio 2009

Dresda 1945: la banalità del bene

Dresda, 13 Febbraio 1945

C’erano i buoni da una parte, e c’erano i cattivi dall’altra.
I cattivi volevano imporre la loro dittatura su tutto il mondo, i buoni si battevano per la libertà e per la democrazia.

Per fortuna, e grazie a Dio, hanno vinto i buoni, perché il bene vince sempre, alla fine, e noi oggi siamo liberi e democratici.

Questo è il mito fondante della nostra civiltà contemporanea, e questo ci viene insegnato sin da bambini sui banchi di scuola.

E i cattivi facevano veramente delle cose orribili, ed avevano una ideologia terribile.

E su questo ci sono pochi dubbi.
Ma a volte qualcosa non torna nemmeno quando si studia la storia dei buoni.
Ci fu Hiroshima, ci fu Nagasaki.

Si calcolano circa 200.000 vittime.

Fu necessario, ci viene detto.

200.000 morti necessarie.

Necessarie per cosa, verrebbe da chiedersi, per evitare cosa?

Cosa peggio di 200.000 persone che muoiono nel giro di tre giorni?

Fu necessario per concludere la guerra, ci viene spiegato.

In fondo, se i buoni hanno fatto una cosa del genere, ci sarà stato un buon motivo.

Così ci fu Hiroshima, e Nagasaki.

E prima ancora ci fu Dresda.


Dresda, 13 Febbraio 1945

Non se ne parla molto, di Dresda.
Anche i buoni a volte fanno delle cose di cui un po’ si vergognano.

Era il 13 Febbraio del 1945, 64 anni fa.

Alle ore 22.08 di martedì grasso (13 febbraio 1945) le sirene di allarme aereo vennero a interrompere i clown che si stavano esibendo nel carosello finale allo spettacolo carnevalesco del Circo Sarassini.
[…]
Due soli minuti dopo il cielo incominciava ad affollarsi: i primi quadrimotori Lancaster dell’83° squadriglia inglese lasciavano cadere grappoli di bengala che illuminavano a giorno la città, poi seguirono pochi Mosquitos, agili cacciabombardieri il cui compito era quello di individuare con bombe segnaletiche rosse l’epicentro del bombardamento, lo stadio sportivo.
I Mosquitos fecero egregiamente il loro compito: nel centro esatto dello stadio si levava ora una luminosissima colonna rossa. I bombardieri avevano il loro bersaglio.

Dalle 22.13 alle 22.30 i Lancaster scaricano sulla città le terribili bombe dirompenti da 1.800 e 3.600 libbre. Poi si allontanano in direzione di Strasburgo, volando bassi per sfuggire ai radar tedeschi. I soccorsi iniziano ad affluire dalle città vicine, mentre gli abitanti escono lentamente dai rifugi. Erano quello che attendevano gli alleati: far uscire la gente, far arrivare i soccorsi, e tornare a colpire.

La “Tecnica del massacro”.

Ore 1.28 del 14 febbraio. La seconda ondata arriva, indisturbata come la prima. Altri 529 Lancaster portano nelle stive 650.000 bombe: per lo più sono tutti ordigni incendiari. E’ l’inizio dell’inferno. Bombardando a destra e a sinistra delle zone già colpite dal primo attacco gli inglesi riescono a provocare la tempesta di fuoco. Dalle case già sventrate dalle bombe dirompenti viene aspirato ogni oggetto e ogni persona che si trovi nel primo chilometro dall’immane incendio.
[…]
Il pilota di un Lancaster rimasto indietro racconterà: “C’era un mare di fuoco che secondo i miei calcoli copriva almeno un centinaio di chilometri quadrati. Il calore era tale che si sentiva fin nella carlinga; eravamo come soggiogati di fronte al terrificante incendio, pensando all’orrore che c’era là sotto… “
Alla fine si calcola che i morti furono 135.000, probabilmente 200.000.
La II Guerra Mondiale stava giungendo a termine, la Germania era prossima a capitolare, e Dresda era una città senza impianti di produzione bellica, senza difesa contraerea, abitata da civili e da profughi che vi avevano trovato rifugio, in quanto era diffusa la convinzione che gli alleati non avrebbero avuto nessun motivo per attaccare una città indifesa che non rappresentava nessuna fonte di pericolo.

Dresda, 13 Febbraio 1945

Eppure quell’attacco ci fu, a freddo; un’operazione che aveva il solo scopo di diffondere il massacro e il panico tra la popolazione; una sorta di punizione collettiva, fatta dai buoni contro i cattivi.
E quella guerra i cattivi la persero, alla fine.

Ma furono davvero i buoni, quelli che vinsero?

 

Dresda, 14 febbraio 1945