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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
11 Gennaio 2009

Eggregore VI


Tratto da : Intervista a Giuseppe Cosco

[…]Le notizie truculenti che i mass media ogni giorno ci propinano determinano nelle persone uno stato di disagio continuo, di paura di tutto, di sfiducia totale nei confronti degli altri.
Forse fa comodo a qualcuno tenere il paese in continua apprensione.
E se tutto ciò costituisse un disegno elaborato da forze occulte di potere, che hanno interesse a creare scenari nuovi e apocalittici, per provocare certi cambiamenti a loro più graditi?
Ci troveremmo, in questo caso, ad essere bersagli indifesi, nel mezzo di una sottile guerra psicologica. In questo caso si comprenderebbe meglio ciò che si vuole instaurare nella gente, scagliandole contro una massa di notizie efferate, devastanti e brutali: paura, disperazione, grande insicurezza e di conseguenza una sensazione di essere completamente indifesi che produce vulnerabilità.
Col condizionamento si guida l’orientamento delle persone verso finalità programmate.
Nella mente della gente si creano modi di essere e comportamenti differenti dai precedenti.
Il processo è sottile e subdolo.
Il condizionamento progressivo, una volta realizzato, può essere utilizzato in diversi modi, per assoggettare, annullare ogni reattività critica, incrinare la fiducia del cittadino nei confronti di ogni sicurezza acquisita, svuotandolo di coraggio e determinazione; bloccare o limitare l’imponderabilità di ciò che non è prevedibile nell’individuo e via di seguito, fino a modificarne la scala dei valori, riadattarla ad un diverso modo di concepire la realtà e la vita. Tutto ciò serve a creare emozioni o a inibirle, distrarle, orientarle, in conclusione, a controllare l’opinione pubblica.
E così vengono adottate tecniche sempre più sofisticate ed efficaci, per insinuarsi nell’intimità della mente umana e manipolarla, dirigerne la volontà, le scelte, gli ideali personali e collettivi, fino a modificare il pensiero delle persone.
Giova a questo punto ricordare quanto ebbe a dichiarare Kenneth Bouldin, professore dell’ università del Michigan:
“Oggi si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale, tuttavia, siano state mantenute le forme esteriori del governo democratico”.

Giuseppe Cosco

Si veda anche: Eggregore IV
3 Gennaio 2009

Dopo gli Stati Uniti

Quanto durerà la prossima guerra civile americana?
Quante federazioni nasceranno a seguito del collasso degli Stati Uniti d’America?
Saranno sei, come sostiene Igor Panarin, o forse più semplicemente il territorio statunitense confluirà nel famigerato progetto del Nafta?
La Nigredo è giunta al culmine?
E’ il tempo delle scommesse, a quanto pare.

16 Dicembre 2008

Eugenetica

..la qualità della gente, non la quantità, è ciò su cui dobbiamo puntare…
Julian Huxley

Di Alessio Mannucci

Eugenetica, da EU (“buono”) e da GENOS (“razza, specie”).
Con il termine “eugenetica” si cerca di far passare il razzismo come “scienza” in nome del “miglioramento della specie umana”.
Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1883 da Francis Galton, psicologo inglese, sostenitore delle teorie evoluzioniste di suo cugino Charles Darwin che aveva scritto:
“Mentre tra i selvaggi i deboli di corpo sono prontamente eliminati, noi civilizzati facciamo ogni sforzo per arrestare il processo di eliminazione: costruiamo ospedali per gli idioti e gli infermi, emaniamo leggi per soccorrere i poveri”.
Galton, che considerava apertamente l’eugenetica una scienza politica, volta a salvaguardare le “classi più dotate”, sosteneva la regolamentazione dei matrimoni e delle nascite in base alle caratteristiche ereditabili dai genitori.
Il vero movimento eugenetico nacque e si sviluppò negli Stati Uniti in concomitanza con gli studi di Galton.
Fu emanata una legge che obbligava la sterilizzazione degli individui “deboli di mente” o in qualche altro modo “minorati”.
Furono emanate anche leggi di restrizione dell’immigrazione per proteggere “il puro ceppo americano”.
Nel 1930, 30 stati americani approvarono leggi sulla sterilizzazione.
Migliaia di cittadini colpevoli di omicidio, rapimento, furti (anche di galline), furono sterilizzati chirurgicamente.
Il presidente americano Theodore Roosevelt disse: “Il primo dovere di ogni buon cittadino, uomo o donna, di giusta razza, è quello di lasciare la propria stirpe dopo di sé nel mondo; e non è di alcun vantaggio consentire la perpetuazione di cittadini di razza sbagliata.
Spero ardentemente che agli uomini disonesti sia impedita la procreazione”. In Europa, all’inizio del 1900, la Francia e la Germania importarono ed applicarono il movimento eugenetico americano.
Ecco cosa diceva un ufficiale tedesco nel 1925:
“Quello che viene promosso dagli igienisti razziali non è per niente nuovo.
In una nazione colta e di prim’ordine, gli USA, alla quale noi ci sforziamo di somigliare, questo concetto venne introdotto molto tempo fa. È molto semplice e chiaro”.
Più tardi, fu Hitler stesso a riprendere il discorso di Roosevelt:
“Il mischiarsi delle razze superiori con quelle inferiori è chiaramente contro l’intento della natura e implica l’estinzione della razza superiore ariana.
Ogni qualvolta il sangue ariano è stato mischiato con quello di persone inferiori, il risultato è stato quello di eliminare coloro i quali sono portatori della cultura”. Questo “pensiero eugenetico” non scomparì dopo la fine della seconda guerra mondiale.
In Svizzera, fino a pochi anni fa, molte persone, uomini e donne, sono state sterilizzate chirurgicamente, specialmente nelle cliniche psichiatriche, sia che fossero sane o meno.
La “nuova eugenetica”, basata sulle biotecnologie, cerca oggi di creare in laboratorio il “nuovo Adamo” partendo dalla manipolazione genetica fino al “transgenismo” con DNA animale.
Gli obiettivi sono sempre gli stessi: il presunto perfezionamento della razza umana, così come lo intendevano i nazisti sia americani che europei. Nell’agosto del 1932 si tenne a NewYork il “Terzo Congresso Internazionale di Eugenetica”.
Sede dell’evento fu il Museo di Storia Naturale, trasformato per l’occasione in una sfarzosa esposizione dei “progressi dell’eugenetica”.
Numerose vetrine illuminate esibivano per lo più teschi di “razze inferiori”.
Il presidente del Museo, lo zoologo Henry Fairfield Osborne, spiegò che la crisi mondiale non era dovuta al crack di Wall Street del 1929 bensì dalla sovrapproduzione e dalla sovrappopolazione.
E proponeva come rimedio “un umano controllo delle nascite”.

Per l’inglese Sir Bernard Mallet, presidente della “British Eugenics Society”, la colpa era dei “pazzi, epilettici, poveri, criminali, barboni, alcolizzati, prostitute”. Di cui occorreva “limitare la fertilità”.
Il demografo americano W.A.Pecker riferì su “lo sforzo dello Stato della Virginia per preservare la Purezza Razziale”
(dal 1924 era in vigore la legge federale “Immigration Restriction Act” che limitava l’immigrazione su basi razziali.
Nel 1935, il totale delle sterilizzazioni eseguite in America giunse a 21.539, di cui la metà in California, come ha scoperto l’epistemologo francese Pierre Thuillier “La Tentation de l’eugénisme”, su “La Recherche”, maggio 1984).

STATO RAZZIALE

Charles Davenport, presidente della “Società Eugenetica” britannica, aveva aperto il Congresso con una profezia:
“Attraverso gli studi genetici, possiamo aprire la strada al superuomo e al superstato”.
“Rassenygiene”, è la traduzione tedesca di “eugenics”, la nuova scienza inventata in Inghilterra e giunta al trionfo al di là dell’Atlantico.
Elemento centrale del programma nazista fu la costruzione di uno “Stato Razziale” sul modello di quello eugenetico proposto dagli Stati Uniti.

“La questione negra” – scrive Rosenberg nel 1937 – “è negli Usa al vertice di tutte le questioni decisive”; se “l’assurdo principio dell’uguaglianza” era stato cancellato per i neri, perché non trarre “le necessarie conseguenze anche per i gialli e gli ebrei?”.

Rosenberg esprime la sua ammirazione per l’autore americano Lothrop Stoddard, cui spetta il merito di aver per primo coniato il termine “Untermensch” (la massa di “selvaggi e semi selvaggi”, “incapaci di civiltà”).
Secondo Stoddard, negli Usa, come in tutto il mondo, è necessario difendere la “supremazia bianca” contro “la marea montante dei popoli di colore”.

Elogiato, prima ancora che da Rosenberg, già da due presidenti statunitensi (Harding e Hoover), Stoddard viene ricevuto con tutti gli onori a Berlino dove incontra gli esponenti più illustri dell’eugenetica nazista e i più alti gerarchi del regime, compreso Adolf Hitler.
Ernst Ruedin, psichiatra svizzero, dirigeva allora l’“Istituto Kaiser Wilhelm per l’Antropologia, l’Eugenetica e l’Eredità Umana di Monaco di Baviera”, il centro propulsore della “scienza razziale” nazista, che nel 1928 ricevette un ingente finanziamento dalla “Fondazione Rockefeller”.
Ruedin sarà in seguito nominato presidente della “Società per l’Igiene Razziale” voluta dal “gruppo di studio sull’eredità” presieduto da Himmler che elaborò i testi delle leggi naziste sulla sterilizzazione.
Tra i collaboratori di Ruedin si mette in luce il medico e antropologo Joseph Mengele, tristemente noto come l’“Angelo della Morte”.

CRIMINI EUGENETICI

Dal 1935 al 1996, la Svezia negò il diritto di riprodursi a circa 230mila persone (90% donne), nel quadro di un programma basato su teorie eugenetichee per ragioni “di igiene sociale e razziale” (1).
La denuncia era arrivata dal rapporto di una commissione di inchiesta guidata dal professor Carl-Gustaf Andren dopo quattro anni di indagini al Ministero degli Affari Sociali di Stoccolma “Lars Engqvist”.
Le leggi del 1934 e del 1941 furono votate con il consenso generale di tutti i partiti politici.
Di questo rapporto aveva già parlato, alla fine dell’agosto del 1997, il Corriere della Sera (2) riprendendole dal quotidiano liberale svedese “Dagens Nyheter”.
Il professor Andren rivela nel rapporto che l’eugenismo svedese – con tanto di istituti preposti a tale scopo – è proseguito fino al ’96.
Si parla inoltre di simili fatti avvenuti anche in Danimarca, Norvegia, Finlandia, Austria, Svizzera, Canada e Stati Uniti d’America.
Rispetto l’eugenetica nazista, a muovere gli scandinavi sarebbero state soprattutto motivazioni di carattere economico: si mirava a ridurre il rischio di produrre cittadini “non sani” che potessero in futuro gravare sulla società.

(1) Cfr. Stefania Di Lellis, Sterili per ragion di Stato 230mila vittime in Svezia, in la Repubblica, 30-3-2000
(2) Cfr. Francesco S. Alonzo, Svezia, sterilizzazioni per la razza, in Corriere della Sera, 25-8-1997

 

Articolo completo: Esperimenti chimerici

15 Dicembre 2008

More Human than Human

..la qualità della gente, non la quantità, è ciò su cui dobbiamo puntare…

Julian Huxley

La razza umana può, se desidera, trascendere se stessa, non in maniera sporadica, un individuo qui, in un modo, un individuo là, in un altro modo, ma nella sua totalità, come umanità.
Abbiamo bisogno di un nome per questa nuova consapevolezza.
Forse il termine transumanesimo andrà bene: l’uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana.

Julian Huxley

 

…Seguendo il revisionismo della tradizione biblica del mito gnostico della Ipostasi, il Transumanesimo inverte i ruoli di Dio e di Satana.
In un saggio intitolato “In lode al Diavolo”, l’ideologo del Transumanesimo Max More raffigura Lucifero come un eroico ribelle contro un Dio tirannico:
“Il Diavolo – Lucifero – è una forza benevola (dove io definisco “bene” semplicemente quello che io valuto come tale, non volendo implicare alcuna validità universale o necessità di orientamento).
Lucifero significa ‘portatore di luce’, e questo dovrebbe indirizzarci nella sua simbolica importanza.
La storia è che Dio scacciò Lucifero dal paradiso perché Lucifero cominciò a mettere in dubbio Dio e seminava dissenso tra gli angeli.
Dobbiamo ricordare che questa storia è raccontata dal punto di vista dei deisti (se posso coniare il termine) e non da quello dei luciferiani (userò questo termine per distinguerci dai satanisti ufficiali con i quali ho delle differenze fondamentali).
La verità potrebbe essere che semplicemente Lucifero si allontanò dal paradiso”

11 Dicembre 2008

Dal Grande Fratello a Facebook

Quando nel 1989 cadde il famigerato muro di Berlino, i cittadini dell’ormai ex Repubblica Democratica Tedesca poterono irrompere nei quartieri generali della Stasi, i potenti servizi di spionaggio del vecchio regime.
Negli immensi archivi si scoprì che per ogni cittadino esisteva un fascicolo personale, composto da schede in cui si teneva nota in modo meticoloso dei dati personali dei controllati, come lo stato famigliare, le frequentazioni, le tendenze politiche o la vita sociale.
Vi era quindi un fascicolo scrupolosamente curato ed aggiornato per ogni singolo cittadino, un lavoro immane, frutto di una organizzazione impeccabile e di una ossessione quasi patologica del partito, di una necessità vitale di tenere sotto controllo la popolazione.
Questo genere di controllo è sempre stato un presupposto fondamentale per ogni regime totalitario che si fondi sulla paura e sull’oppressione, come appunto fu il regime comunista dell’ex DDR.
I regimi che si danno una veste democratica invece hanno compreso che risulta più conveniente puntare direttamente sulla “distrazione” dei sudditi, indebolendo la loro capacità critica attraverso innumerevoli passatempi ed occupazioni innocue nei confronti del potere costituito.
La televisione ovviamente gioca un ruolo di primo piano, ma prima ancora è la scuola pubblica a plasmare le giovani menti indirizzandole verso un pensiero precostituito, eliminando alla radice ogni possibile tendenza di capacità riflessiva autonoma.
I cittadini così formati non necessitano di un eccessivo controllo, dal momento che sono stati perfettamente educati ad essere innocui.
Il compito principale della scuola dell’obbligo è precisamente questo.

Chi invece oggi si preoccupa della sempre maggiore invasione da parte dei governi nel campo del privato del singolo non può non fare un paragone con la società del Grande Fratello descritta da George Orwell nel romanzo 1984, una società costantemente tenuta sotto controllo.
Eppure, spesso non si tiene conto che nel romanzo  ad essere continuamente seguiti erano i membri del partito e i cittadini che rivestivano un ruolo importante all’interno della gerarchia sociale; lo stesso Winston Smith, il protagonista della storia, lavorava nel ministero della Verità.
La maggioranza del popolo invece, la bassa manovalanza, non veniva spiata in maniera ossessiva, ma veniva tenuta a bada con varie distrazioni, come lotterie nazionali e libri di pessima qualità, principalmente a carattere erotico, che il regime produceva in grandi quantità.
E se osserviamo la nostra di società, ci possiamo rendere conto di quanto geniale sia stata questa intuizione di Orwell.
Più divertimento che controllo, più Mondo Nuovo che telecamere onnipresenti.

D’altra parte, non si comprenderebbe nemmeno perché un regime oggi dovrebbe sprecare energie e risorse per monitorare uno ad uno i suoi sudditi, quando sono i sudditi stessi a fornire spontaneamente tutte le informazioni necessarie per essere correttamente inquadrati e monitorati.