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rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
8 Dicembre 2008

Grecia, prove tecniche di sommossa

Continuano in diverse parti della Grecia le manifestazioni di protesta a seguito dell’uccisione da parte della polizia di Alexis Grigoropoulos, un ragazzo di 15 anni, episodio avvenuto lo scorso sabato nel corso di violenti scontri tra la polizia in assetto antisommossa e alcune centinaia di giovani “anarchici”, nel quartiere di Exarhia ad Atene.
I media internazionali stanno dando grande risalto agli episodi, e si tratta effettivamente di una serie di manifestazioni caratterizzate da una grande violenza, come non si vedevano in Grecia dai tempi della dittatura dei colonnelli negli anni 70.
Il movimento dei dissidenti è ben organizzato, e il quartiere di Exarhia, da dove sono iniziati gli scontri,  rappresenta un caso unico nel panorama europeo.
Si tratta infatti di una zona franca, quasi interdetta ai controlli della polizia, dove trovano rifugio ed hanno la propria base i maggiori gruppi anarchici ellenici.

Gruppi anarchici è il termine semplicistico che usano i media per descrivere la varia umanità che controlla Exarhia, ma al suo interno si ritrovano diversissime tipologie di persone.
Vi sono innanzitutto movimenti politicizzati di estrema sinistra che si autodefiniscono anarchici, ed in mezzo a loro si mischiano numerosi comuni criminali, bande specializzate in furti e rapine, che approfittano dell’impunità che regna nel luogo.
A loro si uniscono centinaia di vari “dissidenti”, principalmente studenti e giovani alternativi, spinti dal desiderio adolescenziale di manifestare la propria avversità al sistema.
Il ragazzo ucciso era uno uno di loro, uno studente di 15 anni  figlio di un direttore di banca e di una gioielliera.
Vi sono poi ad Exarhia numerosi agenti della polizia infiltrati, mandati all’interno per monitorare la situazione.

Da anni la polizia greca usa il quartiere di Exarhia come una sorta di esperimento sociale.
Permette che vi si radunino gli elementi disturbanti della società e li controlla dall’esterno; cariche e scontri sono all’ordine del giorno, ma essendo routine i mezzi di informazione non ne trattano.
Alla fine ci è scappato il morto, un ragazzino è stato giustiziato a freddo da un agente che ha sparato ad altezza d’uomo.
E gli episodi di violenza che sono seguiti sono andati probabilmente al di là delle previsioni della polizia stessa
La furia distruttrice dei manifestanti è stata cieca: solo in Via Ermou, la via più centrale di Atene, sono andati distrutti centinaia di negozi, decine di filiali di banche, e centinaia di automobili sono state date alle fiamme.
Contemporaneamente a Salonicco, a Patrasso ed in altre importanti città greche si verificavano gli identici episodi, una vera e propria guerriglia urbana incontrollata.

L’uccisione del ragazzo, Alexis, è stata una scintilla che ha fatto esplodere un malumore generale che covava da tempo, in una Grecia che è tra le nazioni che più stanno soffrendo le conseguenze della crisi economica mondiale, un malumore che gli elementi meno inquadrabili della società esprimono con una furia distruttrice cieca.
Il governo ha chiaramente perso il controllo della situazione: abituato ad usare il corpo degli agenti in assetto antisommossa per reprimere le numerose scaramucce che si verificavano in passato, pare non avere più alcuna arma a disposizione per fermare la protesta, dal momento che proprio l’uso indiscriminato della violenza da parte delle forze dell’ordine ha causato la vittima.
Prove tecniche di una sommossa ancora più grande.

29 Novembre 2008

Famiglie di ieri

Nella mia infanzia in Grecia ho avuto la fortuna di aver visto da vicino come si svolgeva la vita in una famiglia patriarcale, una di quelle famiglie che rispecchiava la regola nelle società mediterranee dei secoli scorsi.
Si era verso la metà degli anni 80, e di lì a poco questo tipo di vivere avrebbe rappresentato definitivamente un ricordo del passato nel nostro occidente contemporaneo.
Zio Dinos, fratello maggiore di mia nonna Dionisia, aveva ricevuto da suo padre una quantità di terra sufficiente per mantere la propria famiglia, ed insieme ai figli ed alle nuore si occupava dei campi e di un distributore di benzina che aveva aperto nelle adiacenze della propria abitazione.
Una abitazione non principesca ma più che dignitosa, disposta su due piani e grande quanto bastava per ospitare zio Dino con la moglie Rina, zio Giorgio, fratello di Dino, zia Giorgia, tre figli, una nuora e due nipoti.
Dieci persone che vivevano sotto lo stesso tetto e portavano avanti le attività in comune.
Si era sempre vissuto in questo modo; i figli maschi rimanevano in casa anche dopo sposati, portando le mogli sotto lo stesso tetto dei genitori e le abitazioni venivano ampliate per accogliere i nuovi membri.

Accadeva anche che famiglie molto numerose occupavano col tempo un intero quartiere, una via, che prendeva poi il nome della famiglia stessa.
Tale stile di vita appartiene al passato, e difficilmente oggi ci sapremmo adeguare ad una tale limitazione del nostro spazio e della nostra privacy.
L’indipendenza del singolo oggi è una prerogativa a cui non si può rinunciare, e tutte le convenzioni sociali spingono ogni individuo a cercare la propria autonomia nel più breve tempo possibile.
L’indipendenza è infatti un valore oggi imprescindibile, e rende i nuclei famigliari odierni, molti composti anche da una singola persona, assai distanti da quella interdipendenza che era la regola nella famiglia patriarcale.

Ed effettivamente non era per nulla facile convivere con così tante persone sotto il medesimo tetto, sopportare le particolarità e i difetti di ognuno di loro, senza avere mai spazio sufficiente per sé.
Eppure, una tale organizzazione presentava anche degli indubbi vantaggi, tanto più evidenti in un periodo di crisi generale come il nostro attuale.
Nessuno correva il rischio di rimanere solo ed abbandonato.
Anche in caso di malattia,o di vecchiaia, vi erano sempre numerose persone pronte a prendersi cura di chi ne avesse bisogno.
L’ anziano non veniva mandato in un casa di riposo, ma veniva accudito fino all’ultimo da figli figlie e nuore, senza mai essere abbandonato.
Così i bambini piccoli, che avevano intorno sempre qualcuno disponibile a prendersi cura di loro, tra nonne e zie, anche quando i genitori erano assenti per lavoro.
Chi si ammalava o si trovava nell’impossibilità di lavorare veniva a sua volta accudito all’interno della famiglia, senza diventare un peso per la società o ritrovarsi in mezzo ad una strada.
Ed anche se non si viveva nell’abbondanza, tra tante persone un modo per avere il necessario per sopravvivere lo si trovava sempre.
Si trattava insomma di nuclei autosufficienti, in cui la limitazione del proprio spazio era il prezzo da pagare per avere la certezza di non essere mai abbandonati in caso di mala sorte, e di trovare sempre aiuto per quanto i tempi fossero difficili.

Oggi abbiamo l’indipendenza, ma la contropartita è stata carissima.
Oggi sono molte le persone che si ritrovano completamente da sole dopo che la fortuna non ha seguito un corso felice, dopo una malattia, un infortunio, per non parlare dei nostri anziani, mandati negli ospizi in attesa che tolgano il disturbo.
Ormai è consuetudine che i figli, carta e penna in mano, calcolino se sia meno dispendioso mandare il nonno in ospizio o assumere una badante che lo tenga un po’ insieme.
Penso che vi sia qualcosa di evidentemente sbagliato in tutto questo, sintomo di un sistema sociale che ha preso una via sbagliata e pericolosa.

Un amico che aveva svolto qualche anno fa servizio civile in una casa di riposo, mi raccontava di come quella esperienza avesse cambiato radicalmente il suo modo di considerare la vita.
Mi raccontava di nonni e nonne che nessuno andava a visitare per mesi, per anni, nonostante avessero figli e nipoti che vivevano a pochi chilometri di distanza.
Non si tratta qui di fare del moralismo o di stigmatizzare il comportamento dei parenti, ma di riflettere sulla sorte che a noi uomini occidentali probabilmente toccherà, sul finire della nostra esistenza.
Che tipo di società abbiamo infatti messo in piedi, se dopo anni di fatiche siamo destinati a morire dimenticati in una stanza non familiare accuditi svogliatamente da estranei?

Non posso a volte non ripensare agli ultimi giorni di vita di mio nonno Carlo, questa volta qui in Italia.
Morto in casa, dopo una breve malattia, curato con amore da figli e nuore.
La sera prima di andarsene ci volle vedere tutti, figli e nipoti.
In una stanza di 20 metri quadrati, attorno al letto del nonno vi erano la moglie Giuseppina, i 7 figli, 5 nuore e 15 nipoti.
Nonno Carlo era stato un semplice contadino, e l’unico viaggio “di piacere” che avesse fatto in vita sua fu quando nel 1977 partì per la Grecia per conoscere da vicino quel suo nipotino nato così lontano da Bergamo, l’unico tra i 15 nipoti che avrebbe portato il suo nome.
Eppure, ripensando alla sera in cui eravamo tutti raccolti attorno a lui, non posso non ricordarlo come l’uomo più ricco del mondo.
Di una ricchezza che forse noi rischiamo di perdere, o che forse abbiamo già perso.

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15 Novembre 2008

Comunicazione e persuasione: il caso della PNL

La mappa non è il territorio


La PNL è lo studio dell’interazione umana che si occupa dei processi e delle forme di comunicazione a differenti livelli, per l’individuazione, lo studio e l’analisi, delle strategie e dei processi alla base dei comportamenti e delle attività umane.

[…] La sua natura pragmatica pone particolare attenzione sull’interazione e sull’apprendimento esperenziale, rendendo espliciti i processi che i professionisti usano in modo inconscio, cioè implicito.

L’acronimo PNL sta per Programmazione Neuro Linguistica, ed è una metodologia di sviluppo personale che si prefigge lo scopo di migliorare le capacità comunicative e di ottenere il massimo dalle proprie potenzialità, in diversi campi.
Sviluppatasi negli anni 70, è tuttora studiata e applicata in particolar modo da professionisti che operano nel campo della comunicazione.
Le basi teoriche di questa disciplina sono assai vaste ed approfondite, ma sostanzialmente la PNL studia le modalità con cui avviene la comunicazione tra le persone, ed il percorso attraverso il quale il singolo  interpreta ed interagisce con la realtà.
Analizzando i concetti che compongono il nome della disciplina si possono intuire le sue fondamenta metodologiche:

Programmazione: le modalità umane di comportamento sono variabili e si fondano sulla percezione e sull’esperienza individuali. C’è una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico.

Neuro: ogni comportamento umano è fatto di processi neurologici. Il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso (vista, tatto, udito, olfatto e gusto) e li rielabora come percezioni e rappresentazioni.

Linguistica: i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio. Le parole sono ponti che collegano le rappresentazioni interne del mondo con l’esperienza. Il linguaggio è l’espressione individuale della nostra percezione soggettiva.

Vi è un acceso dibattito nel mondo scientifico sulla effettiva natura della PNL; a differenza di altre discipline, infatti, la PNL ha una finalità principalmente pratica.
Ma proprio questa sua caratteristica ne rappresenta il vero motivo di interesse.
La PNL viene approfondita da chi opera nel campo della comunicazione – politici, pubblicitari, venditori – perché insegna a riconoscere le caratteristiche percettive del proprio interlocutore, ed indica i modi in cui, per mezzo della comunicazione verbale e “fisica”, si possono aprire dei varchi  attraverso i quali veicolare il messaggio desiderato.
Ecco ad esempio come una organizzazione che propone corsi approfonditi di Comunicazione Subliminale, Ipnosi, Autoipnosi e PNL (programmazione neurolinguistica) presenta gli obiettivi che promette di far raggiungere:
Questo sito nasce dalle nostre ricerche nel campo della Comunicazione: della più potente comunicazione che potesse esistere.
Le più importanti aziende mondiali spendono centinaia di miliardi nel ricercare la comunicazione più efficace.
Noi abbiamo esplorato il mondo del subliminale, della PNL, della PNL3, dell’ipnosi e di molte altre tecniche cosiddette persuasive o subliminali, da quelle scientifiche a quelle sciamaniche a quelle più futuristiche.
In particolare abbiamo approfondito i concetti della comunicazione subliminale e della comunicazione ipnotica ed abbiamo elaborato una tecnica unitaria, semplice ed immediata, per le relazioni, la vita, le situazioni sociali.
Imparare il potere della Comunicazione Ipnotica Subliminale congiunto con l’efficacia della PNL 3 significa migliorare la nostra vita sotto tutti i punti di vista:
  • Tutti i giorni comunichiamo o siamo in relazione, ed impariamo a vivere meglio in tali situazioni
  • se lavorate nel campito della pubblicità, vendita o della negoziazione, è importante imparare come guidare il vostro cliente
  • Nella vita, imparate a padroneggiare il potere della “seduzione ipnotica” quotidianamente.
  • Ed inoltre comprendete meglio il funzionamento di voi stessi e della vostra mente

In altre parole, possiamo conoscere quei sottili elementi che ci portano ad agire, e che non sono logici, bensì legati al funzionamento della nostra mente inconscia.

  • Avete mai desiderato persuadere, e nello stesso tempo condurre una conversazione apparentemente assolutamente normale?
  • Avete mai desiderato far passare un messaggio al vostro interlocutore senza usare la parole?

Questo sito vi offre la risposta.

Inserendo in un motore di ricerca l’acronimo PNL si scopre che vi sono numerose organizzazioni che offrono corsi ed approfondimenti riguardanti tale metodologia, nonostante risulti ancora poco nota ai non addetti ai lavori.
La PNL ovviamente non rappresenta una novità nel campo delle “scienze umane”, e dietro ad una sigla roboante e suggestiva si cela una disciplina assai antica.
Gli ideatori della PNL hanno tentato di dare un paradigma “scientifico” a tale materia, mettendo per iscritto ed esplicando il metodo attraverso il quale è possibile comprendere e persuadere i propri interlocutori, facendo in modo di veicolare la nostra volontà con la sola forza della comunicazione.
Si tratta di una operazione sottile, una operazione in cui concorrono una attenta osservazione, una scrupolosa modulazione della voce ed un approfondito studio della mimica e della comunicazione non verbale.
Per comprendere fin dove si può spingere chi padroneggia al meglio tali discipline, è istruttivo osservare all’opera uno dei personaggi più straordinari nel campo del “mind control”, il celebre Derren Brown.
Nel filmato che segue Brown si aggira per alcuni negozi di New York e paga le merci che acquista con dei fogli di carta bianchi.link filmatoQuesti filmati, pur se appaiono difficilmente credibili, sono del tutto veri.
Derren Brown attraverso un uso attento del linguaggio e della gestualità riesce a condurre i suoi interlocutori in uno stato di semi-ipnosi in tempi rapidissimi, e nel momento del pagamento una frase in codice li convince ad accettare i suoi pezzi di carta bianchi come fossero soldi veri.
Ogni termine che Brown usa è studiato, ogni gesto ha uno scopo ed è attentamente calibrato, ogni pausa ed ogni accelerazione nel suo discorrere ha lo scopo di indurre la persona con cui interagisce a seguire le sue indicazioni.
Ovviamente non è sufficiente descrivere il modo in cui Derren Brown agisce per poterlo imitare, così come non basta osservare un violinista virtuoso per essere in grado di suonare al suo livello.
Derren Brown è il “fuoriclasse” di questa disciplina, ma in modi simili coloro che studiano le potenzialità dell’approccio della programmazione neuro linguistica riescono ad ottenere dei buoni risultati. Ed esiste un motivo ben preciso per cui occorre prendere atto dell’esistenza di tali metodologie.
Nell’epoca del “bombardamento mediatico” infatti, sempre più professionisti ricercano i metodi con cui comunicare direttamente con la nostra parte inconscia bypassando la sfera razionale, nel tentativo di influenzare la nostra volontà.

Pubblicitari, venditori, politici, studiano il modo con cui condizionarci ed indurci in uno stato di semi ipnosi.
Ed i messaggi che vogliono far giungere a noi spesso non passano per la comunicazione verbale; spesso nei discorsi a noi rivolti le parole fungono da contorno, da forza distraente, mentre il messaggio vero viene trasmesso per mezzo di simboli, gesti, cenni, che comunicano con la nostra parte non conscia in maniera più diretta e dirompente.
Occorre quindi iniziare a prendere confidenza con tali discipline, per tentare di tenere il più possibile all’erta la nostra parte cosciente.

per approfondire:

Che cosa è la Programmazione Neurolinguistica da Psicolab
Psicologia Neuro Linguistica a cura di Gennaro Romagnoli (dedica tra le altre cose ampio spazio all’analisi dei filmati di Derren Brown)
Informazioni sulla PNL da Ecomind
3 Novembre 2008

Imperi

Il dominio di Roma era basato sulla conquista militare e sullo sfruttamento schiavistico delle campagne.
All’economia di mercato fu sempre dedicata poca considerazione.
Così quando l’esercito non fu più in grado di fornire nuovi bottini di guerra, le casse dello stato rimasero pericolosamente a secco.
Gli imperatori aumentarono la tassazione che era sempre stata molto bassa e prima gravava esclusivamente sui contadini.
La vecchia classe nobiliare si lasciò sfuggire il potere di mano, a scapito della figura dell’imperatore e dei militari, abbandonò la cura delle città e si chiuse in sé stessa.
L’economia agricola soffriva di una crisi strisciante e la situazione fu decisamente peggiorata dalle epidemie, e dalle numerose guerre del terzo secolo.
Un mondo che sembrava ricco e potente, improvvisamente si trovò sull’orlo della frantumazione.
In cinquant’anni l’inflazione salì a livelli inauditi.
E la moneta d’argento, su cui si basavano gli scambi fra la gente comune, perse qualsiasi valore reale.
Nessuno voleva più il denarius d’argento.

La storia ama ripetersi, sempre simile e mai uguale a se stessa.
Mentre il mondo attende l’elezione del nuovo Romolo Augustolo.

29 Ottobre 2008

L'interrogazione

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Francis quel mattino uscì di casa che il sole non era ancora comparso.
Era un giovedì, e come tutti i giovedì doveva raggiungere la scuola a piedi, dal momento che i mezzi pubblici circolavano solo tre giorni a settimana.
Perlomeno l’aria era più pulita del solito, nei giorni in cui il traffico era bloccato.
Mentre camminava cercava di ripassare mentalmente i capitoli di storia che aveva studiato la sera prima; era da un mese che non veniva interrogato, e secondo i suoi calcoli quella mattina sarebbe toccato proprio a lui rispondere alle domande della professoressa.
Non poteva permettersi un brutto voto, così si era messo di impegno per memorizzare quella miriade di date e di nomi che proprio non ne volevano sapere di rimanergli in testa.
Varcò il cancello del cortile della scuola mentre il sole finalmente si affacciava dietro il Monte Elena, e si affrettò nel raggiungere la sua classe.
Era in ritardo.
Karim, il suo compagno di banco, era già seduto al suo posto, così come tutti gli altri ragazzi.
La signora Bailey alzò gli occhi dal registro e fissò Francis, quindi si tolse gli occhiali e abbozzò una sorta di sorriso.
Non era un sorriso simpatico.

– Bene Francis, temevo quasi che non saresti più venuto oggi.
No, non sederti, vieni pure qua; mi stavo proprio chiedendo quale tra questi splendidi ragazzi mi  avrebbe allietato con le sue conoscenze storiche, oggi.

– Eccomi signora Bailey.

– Bravo Francis.
Allora… di cosa mi vuoi parlare, Francis?

– Ho trovato molto interessanti le vicende degli stati europei durante la Seconda Guerra Mondiale, signora Bailey.
La seconda guerra mondiale infatti coinvolse una gran quantità di stati europe…

– Non mi interessa la Seconda Guerra Mondiale, Francis.
Parlami invece degli Stati Uniti nel primo decennio del secolo scorso.

– Gli Stati Uniti nel primo decennio del secolo scorso… certo… (stronza) …  quindi…
Allora… l’evento che segnò l’inizio del secolo fu l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001, al seguito del quale gli Stati Uniti iniziarono una serie di guerre per garantire la propria sicurezza.

– Chi era il presidente all’epoca?

– Era…  Bush. George Bush.

– Sì, vai avanti.

– Sì, quindi… in quegli anni la situazione internazionale era molto turbolenta, ed il tutto precipitò in seguito alla grande crisi del 2008, che coincise anche con le ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

– E chi venne eletto presidente?

– Venne eletto presidente Joe Biden, che dovette aff..

– Ah ah ah…

– Cioè no, volevo dire che venne eletto presidente Barack Obama, che però venne assassinato prima di insediarsi  alla Casa Bianca.
Joe Biden era il vicepresidente, e prese il posto di Obama dopo la sua morte.
Seguirono vari disordini, la situazione precipitò e così ebbe inizio la Seconda Guerra Civile Americana.
Il fattore scatenante fu la decisione del presidente Biden di svalutare del 90% l’Amero.

– Il Dollaro, Francis, all’epoca c’era il Dollaro negli Stati Uniti..

– Sì, volevo dire il Dollaro…

– Va bene Francis, come si concluse la guerra civile?

– La guerra civile durò due mesi, e si concluse quando scoppiò l’epidemia di peste moritica che uccise più della metà della popolazione americana.
In seguito gli Stati Uniti col Messico e con il Canada diedero vita all’Unione Nord Americana, che nel 2012 confluì nella Federazione Mondiale.

– Va bene Francis, direi che hai studiato.
Ti do la sufficienza, ma la prossima volta devi essere più convinto di quello che sai.
Torna pure al tuo banco.
Ed ora ragazzi tutti in piedi, è l’ora della preghiera:

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini…