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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
10 Aprile 2009

I poveri diavoli

Il nuovo ordine mondiale, i suoi tristi esecutori, e la vera sfida da affrontare.



Pare che il corso della storia abbia deciso di accelerare il suo moto in questi tempi, e gli eventi si susseguono a ritmi sempre più sostenuti.

Potrebbe anche trattarsi di una semplice sensazione, o forse no.
Comunque stiano le cose, si stanno verificando fatti intravisti negli anni passati da coloro che ipotizzavano l’esistenza di manovre e manovratori poco propensi a mostrarsi sotto la luce dei riflettori,  e di decisioni prese all’infuori di ogni apparato governativo consolidato noto.Ecco quindi che concetti quali il Nuovo Ordine Mondiale, fino a poco tempo fa esclusivo appannaggio dei teorici della cospirazione, sono improvvisamente diventati di dominio pubblico, sdoganati dai grandi della terra e presentati quale soluzione ai problemi che il pianeta attualmente attraversa.
Pare quasi che questi grandi si divertano a dare vita alle preoccupazioni ed ai timori di coloro che vengono catalogati quali “complottisti”, attuando diligentemente, passo dopo passo, il piano che avrebbe condotto verso la creazione di quel nuovo ordine.
Ancora in tempi non sospetti, ad esempio, si attendeva l’arrivo di una grande crisi finanziaria, che si sarebbe presto tramutata in crisi sociale e sarebbe servita da pretesto per una riorganizzazione globale, e così è stato.
Sembra quindi che il paradigma “complottista”  abbia saputo dare una giusta chiave di lettura degli eventi, l’evolversi dei quali ricalca con una certa accuratezza le intuizioni che quel modello di analisi aveva suggerito. Si può giudicare questo paradigma  stravagante, e guardare le cosiddette teorie della cospirazione  con sufficienza e scetticismo.
Chi è di questo parere solitamente trova assai improbabile l’esistenza di centri decisionali dagli ampi poteri al di fuori degli organi democratici, e tende altresì ad escludere la possibilità che i vari governi possano operare a danno dei cittadini.
Si potranno criticare i singoli politici, ed individuare tra di loro persone poco oneste, ma nel complesso l’idea delle strutture democratiche che agiscono contro il cittadino non verrà presa in considerazione.

Vi sono poi coloro che di tali questioni si disinteressano, coloro i quali ritengono la vita quotidiana in sé una preoccupazione sufficientemente grande di cui occuparsi, con i suoi mutui, la famiglia da mantenere, la difficoltà del lavoro.

Per queste persone semplicemente non c’è tempo, e soprattutto interesse, nell’occuparsi di temi talmente lontani dalla quotidianità, temi dei quali non se ne verrebbe comunque mai a capo.

La  stragrande maggioranza delle popolazione fa parte ovviamente di questa ultima categoria.
E sia chiaro che non si dà qui alcun giudizio di merito sulle scelte del singolo individuo; ogni uomo ha le sue priorità e compie le proprie scelte.

Quanto segue quindi non interessa particolarmente questi gruppi di persone, ma è rivolto principalmente  a coloro che negli avvenimenti che osservano scorgono ombre poco definite, ombre di decisioni prese in luoghi inaccessibili all’opinione pubblica, e ipotizzano l’esistenza di persone influenti che dietro le quinte siano in grado di dare una determinata direzione al susseguirsi degli eventi stessi.

E’ necessario quindi fare anche i conti con questa convinzione, in un secondo momento.
Perché si corre il rischio di divenire particolarmente vulnerabili quando il velo diviene trasparente, quando nei governanti si scorgono gli oppressori e le sbarre della recinzione che ci circonda divengono visibili.
Ci si può lasciare andare allo sconforto, covare un senso di rabbia persistente che logora l’anima come fosse acido, oppure farsi travolgere dalla paura.
Tutti sentimenti che, per quanto umani e comprensibili, vanno abbandonati in fretta.
In primo luogo perché deleteri a noi stessi.
In secondo luogo perché risulta molto più produttivo concentrarsi sulle opere utili che ancora si possono attuare.
Senza pretendere miracoli od eroismi: il lavoro più importante ognuno è chiamato a farlo dentro se stesso.
Per quanto sia un concetto spesso banalizzato, e questo è un chiaro segno dei tempi, resta pur sempre una nozione fondamentale da tenere a mente.

Vi sono piani più grandi di noi che devono compiersi, e uomini piccoli che fungono da esecutori.
Noi vediamo questi esecutori e li crediamo potenti, ma sono in verità dei poveri diavoli.
Appaiono potenti ed importanti perché tendiamo a giudicarli con il metro di misura che loro stessi ci hanno imposto: il denaro, il possesso, il potere.
Ma queste non sono scale di valore per giudicare un uomo, e rendersene conto significa fare un grande passo per sfuggire al loro stesso “dominio”.
Una volta compreso che questi non sono i valori con cui confrontarci, ci renderemmo conto che le persone che ci incutono a volte timore ed a volte rabbia per mezzo dei loro piani, sono in realtà dei poveracci, schiavi di una visione distruttiva, seminatori di dolore ed ingiustizia.

Anime perse in corpi corrotti.
Sanno fare del male, ma sono da compatire.
Occorre quindi non lasciarsi imprigionare una seconda volta nella loro visione, e rifiutare in toto la loro scala di valori.
Non serviranno più né la paura né la rabbia, e si scoprirà un piano superiore dove quegli stessi individui non potranno avere alcuna influenza: si tratta del piano della realizzazione personale, dell’incontro intimo con quello che veramente conta, della ricerca a cui ognuno è chiamato, una ricerca che conduce al centro per poi risalire, una ricerca che porta ad avere un nuova visuale del mondo.

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8 Aprile 2009

Al servizio dei cittadini

…to serve and to protect…

Il sito del Guardian ha pubblicato un breve video in cui compare Ian Tomlinson, l’edicolante morto nel giorno in cui nella capitale inglese era in corso lo svolgimento del G20.
Nelle immagini si vede il signor Tomlinson che cammina con le mani in tasca volgendo le spalle ad un gruppo di poliziotti, e viene violentemente scaraventato a terra da uno di essi.
Tomlinson morirà per infarto dieci minuti dopo.

Quello che colpisce è l’uso totalmente gratuito della forza da parte dei poliziotti inglesi, nei confronti di un cittadino che non rappresentava nessun tipo di minaccia.
Questo episodio ha avuto un epilogo tragico, non si sa se in qualche modo collegato con l’azione del tutore dell’ordine inglese, ma tali situazioni non rappresentano certo una eccezione.
La propaganda cui siamo sottoposti quotidianamente ha lo scopo di convincerci che le varie “forze dell’ordine” abbiano il compito di servire e proteggere il “cittadino”.

In realtà, da sempre la funzione della polizia è quella di tutelare il potere costituito a spese del suddito.
La polizia controlla e reprime la popolazione, quello è il suo scopo, e gli avvenimenti della settimana precedente non sono stati che l’ennesima conferma di questa banale verità, una verità ben nota alle generazioni passate, e che si sta via via dimenticando.

1 Aprile 2009

The Golden Age Empire


a Golden Age Empire
under Anglican England’s
world leadership
to be based not on war
but on strength, peace, compassion
and a vigilant use of knowledge, science,
intelligence, espionage and secrecy
Francis Bacon

 

 

 

(particolare)

(particolare)


Chi realizzò questo ritratto della regina Elisabetta I volle immortalare il ruolo di guida mondiale che l’Impero Britannico stava assumendo all’ epoca, ed i metodi attraverso i quali questa leadership sarebbe stata esercitata. La regina tiene nella mano destra un arcobaleno stilizzato, simbolo della pace universale saldamente guidata dall’Impero Britannico.
La scritta NON SINE SOLE IRIS significa Non c’è Arcobaleno senza Sole, dove l’arcobaleno è la Pace e l’armonia mondiale e il sole l’Impero Britannico.
Le orecchie e gli occhi presenti sul vestito della regina alludono al sistema di “intelligence” che l’impero stesso avrebbe usato per garantire la sua supremazia.
Una supremazia non più basata sulla guerra, ma sullo spionaggio (orecchie) e l’intelligence (occhi), come già Francis Bacon con orgoglio declamava.
Le pieghe della veste formano poi delle labbra serrate, simbolo della “secrecy”, la segretezza fondamento di ogni potere che vuole durare nei secoli. Nessun parametro cristiano, ma al contrario diversi richiami alla conoscenza gnostico – luciferiana, simboleggiata sia dagli occhi ma ancor più dal serpente ricamato sul braccio sinistro della regina.
Il serpente forma un nodo identico a quello che compare nelle logge massoniche, a simboleggiare l’unità dei fratelli e la loro conoscenza condivisa, così come il legame tra il creatore e le sue creature.
Significativo che sia proprio il serpente – lucifero a formare il nodo.
Per un’analisi della simbologia del quadro e del contesto storico:

THE RAINBOW SCHEME BRITISH SECRET SERVICE AND PAX BRITANNICA

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31 Marzo 2009

Imperi II

Non capita a tutte le generazioni di poter assistere alla fine di un impero.


Nella storia da noi conosciuta hanno fatto la loro comparsa due tipi di imperi.
Vi sono stati imperi che si sono imposti ed hanno prosperato per secoli, seppur a fasi alterne, come l’Impero Romano oppure quello Ottomano,  e ve ne sono stati altri che hanno avuto un rapido sviluppo ed una fine altrettanto veloce, come l’Impero di Alessandro il Macedone.
L’Impero Americano appartiene a quest’ultimo genere, e si appresta a concludersi pochi anni dopo aver raggiunto la sua massima espansione.
Al pari della dominazione spagnola del XVI secolo e di quella britannica dell’ottocento, l’egemonia americana ha interessato la quasi totalità del mondo conosciuto*,  con un predominio culturale indiscusso che andava a raggiungere anche quei luoghi che non erano toccati da una presenza militare diretta.
La sovranità economica, così come emerse dai trattati Bretton Woods che dopo la II Guerra Mondiale assegnarono al dollaro americano il ruolo di moneta di riferimento globale, completava il quadro della supremazia mondiale.

La storia quindi insegna che gli imperi si sgretolano per cause sia interne che esterne, ed il più delle volte ci si ritrova di fronte ad una concomitanza di questi eventi.
L’ Impero Romano d’Occidente, ad esempio, cadde innanzitutto a causa della impossibilità di gestire un territorio sempre più vasto da parte di una popolazione che andava sempre più disaffezionandosi alle questioni militari.
La corruzione, il clientelismo, lo stile di vita parassitario di molti dei cittadini dell’impero corrosero dall’interno la società romana, e le popolazioni barbariche non fecero altro che inserirsi dentro crepe sempre più vaste.
Similmente gli Stati Uniti, dopo la vittoria nella seconda Guerra Mondiale ed il loro emergere quale potenza di riferimento del mondo occidentale, basarono la loro egemonia sulla propria superiorità militare e tecnologica, e dopo la disgregazione dell’ Unione Sovietica parevano essere rimasti  l’unica superpotenza in grado di imporre la propria visione a tutto il globo.

Ma ancora una volta più delle pressioni esterne poterono le questioni interne, e l’american way of living si è dimostrato nel breve periodo insostenibile.
Con la differenza che questa volta la malattia dell’impero, ovvero un modello di sviluppo senza solide basi, fondato sul debito e su capitali fittizi, ha contagiato l’intero pianeta.
Così l’impero cadendo porterà con sé tutti i suoi vassalli e i suoi oppositori, tutti indirizzati verso  lo stesso destino.
Ci si troverà quindi di fronte ad uno scenario inedito: per la prima volta nel corso della storia non vi sarà alcun pretendente pronto a cogliere lo scettro dell’impero cadente; quello che emergerà sarà un ordine inedito,  mondiale e del tutto nuovo.
Nuovo nella forma, perlomeno.


*ci si riferisce ovviamente agli imperi nella loro forma esteriore, quella suscettibile di trattazione storica: capita a volte infatti che le strutture cambino forma, ma che restino invariati i grandi pianificatori.

28 Marzo 2009

Trattando del Nuovo Ordine Mondiale


Sono ormai numerosi i video che trattano del Nuovo Ordine Mondiale presenti in rete.

Da un certo punto di vista questo fatto è positivo, poiché dimostra che l’argomento suscita curiosità ed interesse.
Nondimeno, con l’aumentare dei contributi si fa sempre più spazio anche un certo “sensazionalismo”, se non addirittura una vera e propria disinformazione.
Il formato video ha infatti il pregio di catturare velocemente l’attenzione dell’utente e di rendere fruibile con maggior facilità il messaggio, ma nel medesimo momento spesso banalizza l’argomento stesso, dovendo necessariamente, per motivi di spazio e di scelte comunicative, prediligere la sensazione e l’aspetto visivo al contenuto.
Molte volte il desiderio di colpire lo spettatore porta anche ad eccedere nei toni, lasciando la sensazione che ci si trovi di fronte ad una argomentazione poco rigorosa.

Un rigore che invece dovrebbe essere portato agli estremi, in particolar modo quando si entra in campi tanto delicati.

Tali filmati risultano invece utili nel caso in cui stimolino l’interesse e spingano ad approfondire le questioni trattate su testi scritti; mai come in questi casi occorre infatti conoscere e verificare le fonti di ogni asserzione, le origini dei fenomeni descritti e la loro complessità.

Il video segnalato ha il pregio di non eccedere in sensazionalismo, se non in maniera lieve, e di sintetizzare senza eccessive sbavature i più importanti fattori in gioco nei cambiamenti significativi che stanno caratterizzando la nostra epoca.

Viene qui proposto quale introduzione a temi che si affronteranno a breve.