Benvenuti.
Qui si parla di miti, simboli,
storia e metastoria,
mondi vecchi e mondi nuovi,
e di cospirazioni
che attraversano i secoli.
Qui si scruta l'abisso,
e non si abbandona mai
la fiaccola.
Arrivati a questo punto, non dovete lasciare il processo a metà.
Dovete assumervi le vostre responsabilità: avete creato e diffuso una narrazione ben specifica, dovete essere coerenti e assecondarla fino alle sue estreme conseguenze.
Avete creato una categoria di persone e l’avete esposta all’odio pubblico, alla gogna sociale.
Li avete chiamati parassiti, disertori, avete invocato la fucilazione alle spalle, i cannoni di Bava Beccaris.
Li avete chiamati assassini (“se non ti benedici, fai morire, questo è“), sorci, avete mandato i manganelli e gli idranti per abbatterli.
Avete stabilito che se questa infinita “strage” non si è ancora superata, nonostante il siero salvifico, è solo per colpa loro, gli irresponsabili, i terroristi.
Qualcuno azzarda l’idea di un lockdown solo per loro.
Bene, fatelo.
Ma che sia un lockdown vero, totale.
Fate in modo che non possano andare al bar, al ristorante, che stiano a casa dal lavoro senza stipendio.
Che non possano andare nemmeno al supermercato, che si facciano portare la spesa in casa.
Che non possano recarsi nemmeno in farmacia, e se si dovessero ammalare, di qualsiasi cosa, che non sia loro concesso nemmeno di andare in ospedale.
Fatelo davvero.
E poi annunciate il prolungamento dello stato di emergenza, ancora per un anno.
Per colpa loro.
Dite che non si può fare?
E perchè mai?
La costituzione è già stata sospesa, ci stiamo muovendo al di fuori di qualsiasi legalità (“c’è un pandemia, occorrono misure speciali”), già adesso le libertà e i diritti delle persone sono stati soppressi, condizionati da un lasciapassare che distribuite a vostra discrezione.
I giudici tacciono, i costituzionalisti sono in vacanza, i giornalisti lavorano per voi.
Cosa temete?
Cosa vi costa fare un piccolo passo in più?
E allora procedete, andate fino in fondo.
Devono estinguersi.
Ma una volta estinti i terroristi, una volta messi tutti agli arresti domiciliari, dovrete comunque continuare ad aprire i telegiornali con il conto degli infetti, con i contagi fuori controllo.
Dovrete comunque annunciare la necessità del prolungamento dello stato di emergenza, del terzo siero, del quarto, del quinto.
E dovrete in contemporanea assicurare che i sieri funzionano.
Potrete dare la colpa del prorogarsi dell’emergenza ai sorci chiusi in casa, in qualche modo saranno sempre loro a prolungare la pandemia.
Il loro solo restare in vita alimenterà il contagio, in qualche modo.
Ditelo pure, portate avanti anche questa versione: tanto qualsiasi assurdità che avete proferito in questi mesi è stata creduta senza esitazione, anche quando era in totale contraddizione con le assurdità che avevate sostenuto il giorno prima.
Si tratta solo di due settimane.
Salviamo il Natale.
Salviamo la Pasqua.
Ne usciremo solo col vaccino.
Le misure di contenimento dovremmo comunque mantenerle.
Due dosi non bastano.
Forse nemmeno tre.
Dobbiamo raggiungere il 70% di immunizzati.
70%? abbiamo sempre detto 80%.
Ovviamente si intendeva il 90%.
Che poi non sono immunizzati, possono comunque infettare e ammalarsi, ma in forma lieve.
Cioè possono anche ammalarsi, ma non vanno in terapia intensiva.
Se poi finiscono in terapia intensiva, è solo colpa dei bambini non immunizzati.
Si tratta di scienza, e la scienza non si discute.
Coraggio, quindi, non siate pavidi, andate fino in fondo.
E se qualcuno parla di dittatura, andate direttamente a prelevarlo in casa.
Invocare la libertà in un periodo di atroce pandemia è da criminali.
Nei manuali di tortura dei servizi segreti si apprende che il metodo migliore per far crollare psicologicamente una vittima consiste nel mantenerla in uno stato di costante incertezza.
Più delle percosse, più della violenza fisica ripetuta, se l’obbiettivo consiste nella resa psicologica totale del soggetto il percorso migliore per raggiungere lo scopo si ritrova nell’offrire segnali altalenanti, contraddittori, nell’alternare punizioni a piccole concessioni.
In una situazione di costante privazione e violenza, infatti, la vittima è destinata a cedere totalmente diventando catatonica ed infine insensibile ad ogni ulteriore sopruso, oppure, in casi rari, potrebbe sviluppare una resistenza fisica che la renderebbe infine indifferente ad ogni tortura.
Questo accade perchè, ed è un fenomeno ben noto, il corpo umano ha una grande capacità di sopportazione, a patto che sia consapevole di cosa lo attende, potendo così prepararsi ad affrontare la violenza e il dolore.
Quando quel limite di sopportazione viene superato, e il corpo comprende che non potrà reggere ulteriormente, la volontà cede di colpo, si entra in uno stato catatonico, ed ogni ulteriore stimolo non viene percepito.
Questo risultato non è quello auspicato dai torturatori, che al contrario desiderano una vittima piegata ma ancora disposta a collaborare, non una vittima assente.
Per ottenere l’obbiettivo voluto, di conseguenza, è importante piegare la volontà del soggetto dandogli l’illusione che il suo stato può migliorare, a certe condizioni, che la resistenza è inutile e che la salvezza arriva dalla collaborazione.
Per tale ragione il soggetto-vittima viene sottoposto a momenti in cui subisce una violenza al limite della sopportazione fisica, a cui seguono situazioni in cui i torturatori mostrano un volto più umano, accondiscente, in cui vengono offerte anche delle piccole concessioni.
Questo atteggiamento, da parte del torturatore, produce nella vittima un doppio effetto: in primis, la psiche del soggetto ricevendo segnali totalmente contrastanti va in crisi e crolla, divenendo malleabile e manipolabile.
I segnali contrastanti infatti impediscono alla psiche stessa di preparare ed attuare una effettiva strategia di resistenza: non sapendo cosa aspettarsi, e non sapendo quale sarà l’atteggiamento dei torturatori, il soggetto non è in grado di prepararsi in maniera adeguata a quello che lo aspetta.
Questo è un concetto molto importante, da sempre sfruttato dai migliori strateghi durante i conflitti.
In secondo luogo, la presenza degli atteggiamenti “gentili” che si alternano a quelli di violenza manda alla vittima un segnale inconscio che suggerisce loro che vi sia ancora una speranza di superare la propria condizione.
Questa convinzione fa in modo che la volontà non ceda mai del tutto, perchè vi è ancora “speranza”, e porta col tempo il soggetto a divenire collaborativo, dal momento che la vittima ha intravisto nel carnefice un “lato umano”, e prova a mettere in atto gli atteggiamenti adeguati che possano appellarsi proprio a quella umanità del carnefice stesso.
Che sia un caso o meno, non è per nulla complicato intravedere tutte queste tattiche messe in atto in maniera scientifica dai vari governi negli ultimi mesi, laddove nella parte della vittima si ritrova l’intera popolazione.
Possiamo infatti osservare come da quasi due anni ci troviamo di fronte ad una serie continua e ripetuta di segnali contrastanti, totalmente contraddittori, offerti da chi gestisce la narrattiva corrente.
Da un piccolo sacrificio di due settimane da compiere per ritornare all’agognata normalità “più forti di prima”, ad una brutale cessazione di tutte le attività sociali a tempo indeterminato, per passare poi a delle timide aperture sotto rigide condizioni, fino all’arrivo del salvifico siero che avrebbe finalmente rimesso tutto a posto (“ne usciremo solo col vaccino”, concetto ripetuto come un mantra per mesi, fino ad essere introiettato dalla maggioranza alla sorta di una Verità di fede calata dall’alto, e mai più messa in discussione).
Per poi scoprire che ancora non basta, che il siero è essenziale ma non sufficiente, che occorre ancora non abbassare la guardia.
E quindi ancora privazioni, ancora torture, ma anche piccole concessioni per chi si concede anima e corpo al torturatore.
Il tutto condito dalla totale incertezza della durata delle misure in atto.
Due mesi, tre mesi, forse per sempre, torneremo come prima, o forse nulla sarà come prima, dobbiamo farlo per recuperare la nostra normalità, ma la vecchia normalità dobbiamo anche dimenticarla.
Col siero finirà tutto, però non protegge del tutto, e a quanto pare due dosi non bastano.
Allora ecco la terza , risolutiva, o forse no, forse dovremmo farne una ogni sei mesi.
Forse per sempre.
Lo stato di totale incertezza, l’assenza di un qualsiasi dato certo sulle prospettive future mantiene la psiche delle persone in uno stress emozionale perpetuo, ed impedisce all’individuo di trovare le forze e la strategia adeguata per affrontare un determinato scenario.
Dal momento che quello scenario è totalmente ignoto, non sapendo nessuno cosa effettivamente ci aspetta, si rimane in uno stato di perenne incertezza, uno stato di doloroso immobilismo in cui l’unica attesa consiste nell’arrivo delle ultime disposizioni del carnefice.
Violenza, privazioni, e poi piccole speranze, sempre condizionate.
Sempre concessioni elargite in modo magnanimo da chi ha dimostrato, concretamente, che può fare molto male.
Non possiamo avere la certezza che i nostri governanti si stiano effettivamente ispirando ai manuali di tortura più aggiornati ed efficaci.
Ma nell’eventualità che lo stessero davvero facendo, allora possiamo affermare che li stanno seguendo alla lettera.
“C’è un’oscurità sopra di me che è inondata di luce Nelle clausole mi dicono cos’è sbagliato e cos’è giusto
E prima è nero, poi è bianco
E mi spaventano quelli che non se ne accorgono”
Una delle cose che più spaventa della situazione surreale che stiamo vivendo è il modo in cui questa folle narrativa è stata accettata ed introiettata, apparentemente, dalla quasi totalità della popolazione.
Perchè non dovrebbe nemmeno essere necessario spiegare “cosa c’è che non va”, in tutto questo.
Se stessimo guardando questa realtà messa in scena in un film saremmo tutti in grado di individuare immediatamente l’assurdità degli eventi, il non senso dei vari provvedimenti in atto, la risposta ridicola e totalmente sproporzionata ad una “minaccia” che con razionalità e buon senso andava affrontata in tutt’altro modo.
Come spettatori esterni tutti noi vedremmo una società che cede le proprie libertà senza battere ciglio, che si disinteressa di tutto ciò che è umano, della solidarietà, della propria dignità, che si prosta senza vergogna alcuna ad ogni richiesta, sempre più umiliante, di governanti corrotti e senza anima, pur di elemosinare dei miseri “privilegi”, privilegi che solo pochi mesi prima erano diritti intrattabili, intoccabili.
Vista dal fuori questa situazione surreale apparirebbe in tutta la sua follia, e proveremmo anche pena e compassione per quei poveri uomini che si prostrano dinanzi alle richieste più assurde, mantenendo nel contempo anche la faccia seria, facendo finta che tutto sia “in regola”.
Ma questo non è un film, e dall’interno gli stessi meccanismi vengono ignorati, da chi li vive in prima persona.
Si vive dentro una follia, e si fa finta che tutto sia normale.
E da folli sono trattati quelli che non se ne capacitano.
Ma in fondo anche tutti quelli che vanno avanti come se nulla fosse in qualche modo si rendono conto che c’è qualcosa che non va.
Che non tutto è normale, che non tutto va bene.
Ma non osano soffermarsi su quei pensieri.
Ne sono terrorizzati.
Vogliono solo tornare alla vita di prima, vogliono andare al bar, vogliono portare i bimbi alla festa del paese.
E ovviamente hanno bisogno di lavorare, perchè i conti da pagare non vanno in lockdown.
E allora fanno quello che gli viene chiesto, qualsiasi cosa sia.
E una volta fatto, ne cancellano le tracce dalla memoria.
Ma dentro un’ombra è rimasta.
Non va tutto bene.
Tutto questo non è normale.
Non è tutto come prima.
Ascoltatela quella voce.
La “libertà” che avete guadagnato è una concessione temporanea.
Vi stanno dando in prestito, come si gettano gli ossi ai cani che aspettano vicino al tavolo, delle libertà che erano state sempre vostre, che vi spettano di diritto.
E per ogni concessione che farete ne seguiranno delle altre.
Tutto questo non è normale.
Dentro di voi lo sapete, anche se fate di tutto per silenziare quella voce.
Avete già troppi pensieri, dovete pensare alla vostra vita, alla vostra famiglia.
E’ vero, ma così facendo questa storia non finirà mai.
Tutto questo non è normale.
Ascoltate quella voce dentro di voi.
Se siete esseri umani, e lo siete, quella voce è lì, da qualche parte.
Sono onnipotenti?
Non lo sono.
I creatori di questo enorme inganno, coloro che si operano per la soppressione è il disfacimento dei diritti umani, hanno in realtà un grande punto debole.
Chiunque tu sia
infedele,
idolatra o pagano,
vieni.
La nostra casa non è un luogo
di disperazione.
Anche se hai violato cento volte
un giuramento,
vieni lo stesso.
May the road rise
to meet you.
May the wind be always
at your back.
May the sun shine warm
upon your face.
And rains fall soft
upon your fields.
And until we meet again,
May God hold you
in the hollow of His hand.
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