Blessed be

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rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
24 Aprile 2008

Γενέθλια


Difficile descrivere a parole cosa sia lo zeimbekiko.
Essenzialmente una danza, un ritmo, scandito da un tempo in 9/8, assai diverso dalla sequenza dei 4/4 che caratterizza la musica occidentale.
Lo zeimbekiko ha origini secolari, detto anche la danza delle danze o la danza degli ubriachi, è un ballo solitario, improvvisato, un ballo per il quale non esistono scuole.
E lo zeimbekiko parla sempre della sofferenza del vivere, le danza attorno, la guarda negli occhi, senza pudore, e la sfida.
Quello che visto dal fuori potrebbe sembrare un semplice lamento, diviene in realtà un vero e proprio esorcizzare il dolore, un sezionarlo, descriverlo senza remore, per poi circondarlo ed isolarlo.
La tradizione dello zeimbekio continua ancora oggi, quella che segue è una recente composizione di Stelios Bikakis, Γενέθλια,  interpretata da Notis Sfakianakis.

Γενέθλια


(Compleanno)

Nei sentieri del dolore
nel ponte dei sospiri
mi diede al mondo mia madre
Una serata d’autunno
il tuo freddo cuore
videro i miei occhi, vita.
Con sonagli di plastica
belli e colorati
mi cullavano
E quegli occhi piccoli
videro le bellezze del mondo
e si dissero d’accordo.
Fu il mio latte amaro
e la mia acqua salmastra
che mi faceva crescere
E di fronte alla mia culla
il mio destino malvagio
mi guardava orgoglioso
Era il mio pianto soffocato
come se volessi dire qualcosa
ma non mi capirono
Un respiro triste
per quella puttana di una vita
che mi avevano affibbiato

Così ho cominciato, quindi
così ho cominciato
non chiesero il mio parere, vita,
ma mi sono abituato a te
Come una piccola aquila ferita
che rantola a terra
cerco la forza di tenermi ancora in piedi

Sopra il fango e sui chiodi
nel fuoco del mondo ingiusto
ho iniziato a camminare
Un equilibrio stabile
per stare dietro alla vita,
ma ci son cascato
Solo la “a” e l’ acca
nei miei giorni di scuola
ho dapprima pronunciato
e questo “ah” e questo “perchè?”
ovunque vada mi accompagnano
anche se ho toccato i trenta
Così passava il tempo
ed io nella mia strada, curvo
facevo sogni
E’ capitato che fossi tra quelli
che nuotano tra le schiume
e tra le acque fangose

Scorre il sangue dell’anima
come le gocce di pioggia
ma a chi importa
E la ferita invisibile
che dentro me sanguina
chi la divide con me
Così ho cominciato, quindi
così ho cominciato
mi fecero vedere delle cose
ed altre ne ho incontrate
Mio Dio, se solo sapessi il giorno
in cui morirò
celebrerei il compleanno
della mia morte.

28 Marzo 2008

Conan

Tra le notizie delle ultime settimane, quella di Conan, il piccolo Chihuahua Buddista che prega in compagnia del suo padrone, è quella che più mi ha messo di buonumore

Qualcuno ha notato che il simpatico cagnolino pare più convinto di Magdi Allam.
Comunque sia, una bella immagine, di questi tempi.
Il cagnolino, ovviamente.

19 Marzo 2008

Alto e basso

Dove l’alto e il basso sembrano toccarsi;
questione di prospettiva, come sempre.
High and Low, M.C. Escher

15 Marzo 2008

Orson Welles sulla Cattedrale di Chartres

Tutte le nostre canzoni verranno messe a tacere.
Ma cosa importa, continuiamo a cantare.


Questo magnifico capolavoro d’arte è li da secoli.

È forse la maggiore opera dell’uomo in tutto il mondo occidentale.
Eppure, non è firmata.
Tutto ciò che resta, cosi sembrano pensarla gli artisti d’oggi, è l’uomo, povero e, totalmente indifeso…
Le nostre opere nella pietra, sulla tela o nella stampa di rado vengono risparmiate per qualche decennio o per qualche millennio o due, ma alla fine ogni cosa viene annullata dalla guerra o si cancella nell’ineluttabile cenere universale.
Trionfi o inganni, tesori e falsi: è la realtà della vita.
Dobbiamo morire.
Ma siate allegri: dal passato vivente giungono le grida degli artisti morti.
Tutte le nostre canzoni verranno messe a tacere.
Ma cosa importa, continuiamo a cantare.
Forse il nome di un uomo non è poi cosi importante.

Orson Welles

15 Febbraio 2008

Eggregore VI

The Phantom of the Opera
Nightwish


Probabilmente la chiave sta nella musica.