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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
11 Giugno 2008

Magenta II

-o- Tra Cielo e Terra -o-

10 Giugno 2008

In sintesi

-o- Tutto mi è lecito, ma non tutto giova -o-
Corinzi 6:12
Forse la miglior definizione di libertà giunta fino a noi.

 

6 Giugno 2008

Ancora sul complottismo

  Complotti, complottisti e lucertoloni mutanti.

La Regina Elisabetta mentre si dichiara scettica riguardo le teorie di David Icke.


Ciclicamente si ritorna a parlare del concetto di “complottismo“, e non potrebbe essere altrimenti in un luogo come questo, un luogo dove si cerca di comprendere le origini degli avvenimenti che osserviamo intorno a noi.
Come si è più volte detto, il termine “complottismo” in sé è fuorviante, spesso si riduce ad un contenitore vuoto all’interno del quale ognuno, a seconda della sua propensione, vi può inserire i sentimenti che questa parola suscita.

In verità, se tutta la storia fosse già stata scritta in maniera definitiva, se fosse vero che i mezzi di comunicazione di massa ci propagano tutta la verità, e nient’altro che la verità, senza nulla tralasciare, allora effettivamente ogni tentativo di ulteriore ricerca, e di ulteriore analisi, risulterebbe vano, e coloro che si ostinano a portare avanti tale operazione sarebbero dei semplici perditempo, nella migliore delle ipotesi.
Non credo però che ci sia qualcuno che se la senta di sostenere che tutta la storia sia già stata scritta, o peggio ancora che si senta di affermare che l’informazione ufficiale non tralasci alcuna verità.
E’ evidente che non sia così.
Quindi, guardare oltre, cercare di analizzare criticamente quello che ci viene propinato, è atto necessario, se lo scopo è capire quali situazioni e quali persone realmente determinano gli eventi.
Potrebbe comunque trattarsi di operazione difficile da portare a termine, oppure di un percorso che allontani ulteriormente dalla “verità”.
Potrebbe, ovviamente.
Ma è un’azione lecita, e ciò dimostra che denigrare in toto questo tentativo, caratterizzandolo con un termine supponente quale “complottismo”, è atteggiamento poco razionale.

Detto questo, proprio per il fatto di muoversi in terreni spesso scivolosi, sarebbe buona norma per coloro che tentano di effettuare ricerche in tal senso mantenere il più possibile un andamento prudente e ragionato, attento, scrupoloso e ponderato.
Accade invece a volte che inoltrandosi nei sentieri della cosiddetta controinformazione ci si lasci prendere un po’ la mano,nel tentativo di trovare a tutti i costi delle spiegazioni a dei collegamenti di cui a malapena si intravede la trama.
Si discuteva ad esempio recentemente della figura di David Icke, forse il più “celebre” tra i cosiddetti “complottisti” a livello mondiale, sicuramente il più letto ed il più seguito.
David Icke è personaggio singolare: i suoi libri contengono una notevole quantità di informazioni supportate da fatti non smentibili; si è occupato della truffa e delle origini del denaro creato dal nulla, della storia e delle strutture dei gruppi bancari più influenti, ha compiuto ricerche sulle famiglie che realmente posseggono ed esercitano il potere.

Una ricerca a tratti notevole, se non fosse che Icke tende a ricondurre tutti questi legami ad una unica “stirpe”, un unico grande centro di controllo da cui tutti gli altri dipendono.
Non solo, per Icke questa stirpe sarebbe differente rispetto al resto dell’umanità anche geneticamente.
In passato aveva sostenuto che queste persone, i veri “potenti”, fossero in realtà dei rettili mutanti, capaci di assumere le sembianze umane per confondersi e passare inosservati.
Arrivati a questo punto, probabilmente i lettori più razionali avranno già decretato che Icke come minimo possiede una “fervida immaginazione”, per usare un eufemismo.
In questo modo anche tutte le sue precedenti affermazioni vengono viste come non degne di credito, e il suo lavoro corre il rischio di venire accantonato in toto, da chi affronta queste tematiche per la prima volta.
Non esiste modo migliore infatti per screditare una verità scomoda che associarla ad una palese menzogna; vi è infatti anche chi sostiene che tutta l’opera di Icke abbia in realtà questo scopo, ovvero raggruppare tutte le informazioni sconvenienti che puntualmente emergono ed accoppiarle con teorie assai bislacche, per fare in modo che nel calderone che si crea il tutto venga ampiamente screditato.

Personalmente non credo che Icke e coloro che appoggiano teorie estreme facciano questo di proposito, ma ritengo alquanto probabile che questo tipo di ricerche siano viste di buon occhio da chi ha tutto l’interesse affinché non vengano prese sul serio delle verità potenzialmente pericolose.
L’agire migliore resta sempre il rimanere ancorati sui fatti, limitarsi a riportarli e lasciare che ognuno vi ragioni sopra con la propria mente, facendo i collegamenti necessari laddove questi collegamenti risultano palesi.

In fondo, vi sono realtà lassù in alto sufficientemente interessanti, senza bisogno di scomodare lucertoloni mutanti, o simili.

29 Maggio 2008

Una partita


Ho giocato a calcio per 18 anni, tra campionati giovanili, campionati locali, ed infine calcio a cinque; giocavo in porta, e nonostante un’altezza non considerevole me la sono sempre cavata abbastanza bene.
Questa breve ed interessante premessa serve solamente ad introdurre il sogno che ho fatto la notte scorsa, uno di quei sogni che si ricordano al risveglio, e accompagnano il resto della giornata.
Si disputava una partita in notturna, io avevo preso il mio posto tra i pali e sentivo che la vittoria era alla portata della nostra squadra.
Dopo pochi minuti un avversario tenta un tiro da lontano, ben calibrato ma prevedibile; uno di quei tiri che fanno fare bella figura ai portieri, che hanno tutto il tempo per preparare l’intervento ed esibirsi in un tuffo sicuro, una parata plastica, come amano definirla i cronisti specializzati.
Ma accade che nel momento di lanciarmi ed intercettare il pallone sento che non riesco a staccarmi da terra.
Tento la parata ma non riesco a darmi lo slancio, come se fossi ancorato: tocco la palla ma non quanto basta per deviarla, ed anche la palla è incredibilmente pesante, e finisce in rete.
I compagni mi guardano increduli, ma subito dopo vedo nei loro sguardi un’espressione di sostegno.
“Può succedere, adesso rimontiamo”.
Nel calcio l’errore del singolo si ripercuote su tutta la squadra, ogni portiere lo sa bene.
E questo rende ogni errore dieci volte più difficile da accettare; una distrazione può vanificare tutto l’impegno dei propri compagni: non si gioca solo per se stessi.
Nel sogno, la stessa situazione si ripete nell’azione successiva: un altro tiro deciso ma intercettabile, e la stessa pesantezza delle gambe poco prima sperimentata.
Ancora non riesco a staccarmi da terra, ancora tocco la palla, ancora una volta non quanto basta.
E poi succede di nuovo: la partita è persa.

Anni fa concedevo molta importanza ai sogni, cercando di interpretare il loro simbolismo.
A volte il loro significato risultava palese, finanche scontato; altre volte la loro decifrazione era invece più complessa.
In questo caso il messaggio del sogno è immediato, ed il simbolismo elementare.
Il giocare una partita ovviamente è allegoria degli sforzi del vivere quotidiano, ed il far parte di una squadra ricorda come in questo vivere nessuno sia un’isola, e che le scelte che facciamo, i nostri errori, coinvolgono anche le persone che ci stanno vicine, i nostri compagni di gioco.
La consapevolezza di questo fatto può caricarci di responsabilità che vanno oltre la paura di un successo o insuccesso personale.

E in quel portiere penso che ci sia tutto il mio personaggio, in questa recita.
L’orgoglio di fare parte di una squadra, la voglia di giocare, la consapevolezza dei propri mezzi.
Ma anche la paura di sbagliare, il peso della responsabilità di un errore di fronte ai compagni.
E l’errore che arriva, più volte, con l’impossibilità di compiere un gesto che si sa alla propria portata, senza comprendere da dove provenga quella forza che tiene ancorati a terra, e non permette un semplice volo.

24 Maggio 2008

Potere ed esoterismo - II intermezzo


Del perchè occuparsi di esoterismo.

Una premessa: scopi e limiti di questi scritti.

Lo scopo principale di queste pagine è l’osservare e il descrivere alcuni meccanismi che stanno dietro l’attuale situazione, analizzare le strutture di potere, le motivazioni che muovono i governanti, riflettere sulla nostra condizione.
Una delle chiavi di lettura, ovviamente.
Per fare questo ho ritenuto necessario trattare anche di questioni che vanno al di là del semplice resoconto “politico”; qui si volge lo sguardo anche sui miti, sul simbolismo, sull’ esoterismo.
Questo perchè sono convinto che tralasciando questi fattori, molti avvenimenti che ci circondano, molte decisioni delle elite di potere, gli stessi meccanismi della storia risultano incomprensibili.
Questa è una mia convinzione.
Per questo motivo vengono qui trattati argomenti apparentemente distanti, come il simbolismo, le cospirazioni, la politica nazionale ed internazionale, la storia e la metastoria.
Tutto è collegato.
Vorrei che dalle varie letture questo filo in qualche modo emergesse, fosse percepito.
Si fa il possibile.
Proprio per questo motivo, tengo sempre in considerazione le critiche che mi vengono rivolte: avendo deciso di dare a queste pagine uno scopo, mi interessa sapere come gli scritti qui contenuti sono percepiti.
Tra le critiche, quindi, che più spesso ricevo, il più delle volte durante conversazioni con amici, vi è quella dell’eccessiva pesantezza degli argomenti trattati; altre volte ancora mi si fa presente che risulta difficile seguire la trattazione dei temi, vuoi per il linguaggio utilizzato, vuoi per il carattere ostico dei temi stessi.
Dal versante opposto, c’è anche chi sostiene che si discute qui di alcuni argomenti con eccessiva superficialità, laddove meriterebbero ben altra trattazione.
Alcune critiche possono sembrare in contraddizione tra loro, eppure, in fondo credo che ognuna di esse contenga un fondo di verità.
La “pesantezza” di alcuni argomenti è inevitabile; difficile discutere di complotti e guerre e menzogne a cuor leggero.
Occorre anche ricordarsi, comunque, che qui si regge sempre la fiaccola, e non vi è spazio per la desolazione o l’abbattimento.
Non ce lo possiamo permettere, e non è nemmeno il caso.
D’altro canto, vi è sempre lo sforzo di trattare tali argomenti nel modo più semplice ed accessibile possibile, ed è qui che si inserisce la critica della “superficialità”.
In qualche modo quindi anche questa di critica è fondata.
E’ una scelta, la mia, fondata sia sulla volontà di non condurre un discorso tra meri specialisti, e soprattutto dettata dai miei limiti personali.
Altri sono i professori, io semplicemente riporto e collego; sarei sufficientemente soddisfatto se già riuscissi a fare bene questo.
In fondo, si tratta qui di accendere la curiosità, di invitare ad ulteriori approfondimenti, oppure anche a semplici riflessioni.
Sarebbe già un qualcosa di positivo.

Potere ed Esoterismo I
Potere ed Esoterismo – intermezzo
Potere ed Esoterismo II