Blessed be

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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
6 Settembre 2008

Folle e condottieri - parte I

L’azione inconscia delle folle, sostituendosi all’attività cosciente degli individui, rappresenta una delle caratteristiche dei nostri tempi.
G.Le Bon, 1895.


Non appena un certo numero di esseri viventi sono riuniti, si tratti d’un branco di animali o di una folla d’uomini, si mettono istintivamente sotto l’autorità di un capo, cioè di una guida.
Nelle folle umane, il caporione ha una parte notevole.
La sua volontà é il nodo intorno a cui si formano e si identificano le opinioni.
La folla é un gregge che non potrebbe far a meno di un padrone.
Il condottiero quasi sempre é stato prima un fanatico ipnotizzato dall’idea di cui in seguito s’é fatto apostolo.
Quest’idea ha talmente invaso che tutto sparisce all’infuori di essa, e tutte le opinioni contrarie gli sembrano errori e superstizioni.
Così Robespierre, ipnotizzato dalle sue chimereche idee, e che adoperò i procedimenti dell’Inquisizione per propagarle.I trascinatori di folle, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d’azione.
Sono poco chiaroveggenti, e non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all’inazione.
Appartengono specialmente a quei nevrotici, a quegli eccitati, a quei semi-alienati che rasentano la pazzia.
Per quanto assurda sia l’idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro convinzione.
Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente.
Tutto é sacrificato, interesse personale e famiglia.
Perfino l’istinto di conservazione viene distrutto in essi, a tal punto che, spesso, la sola ricompensa che essi ambiscono é il martirio.
L’intensità della fede dà alle loro parole un grande potere suggestivo.
La moltitudine ascolta sempre l’uomo dotato di volontà forte.
Gli individui riuniti in folla, perdendo ogni volontà, si volgono istintivamente verso chi ne possiede una.

Così scriveva Gustave Le Bon nel suo essenziale Psicologia delle Folle, uno dei testi più importanti per comprendere i meccanismi dell’esercizio del potere nella società moderna.
Le Bon dimostra a tratti una lucidità disarmante, le sue intuizioni stupiscono ancora a distanza di oltre un secolo dalla loro pubblicazione.
La Psicologia delle Folle venne infatti data alle stampe nel 1895.
Per primo Le Bon seppe osservare e descrivere i sentimenti e le spinte che guidano le masse degli individui, e la sua opera, bistratta dal mondo accademico, divenne fonte di ispirazione per i movimenti totalitari che caratterizzarono la storia del XX secolo.
Mussolini e Hitler studiarono attentamente i suoi scritti, mentre nell’Unione Sovietica comunista i suoi libri venivano messi al bando, e contemporaneamente venivano attentamente studiati ed interiorizzati dai membri e dai gerarchi del Partito.

Paradossalmente i maggiori estimatori di Le Bon furono quindi quei condottieri che tristemente segnarono la storia del secolo scorso con le loro gesta, quei capi carismatici e “fanatici” così perfettamente, e profeticamente, descritti nel passo sopra citato.
I trascinatori di folle, figure che di certo non appartengono esclusivamente al passato.

3 Settembre 2008

Παντα εδω'


Davanti al mare le piccole e grandi preoccupazioni si fanno molto distanti.

Almeno, per me è sempre stato così.
Mentre nel mondo continuavano a succedere cose, piccole e grandi, davanti al mare c’era chi si regalava qualche giorno di totale distacco.
Disintossicazione, si potrebbe ben dire. Da bambino mi si diceva che occorre aver faticato tutto l’anno per poter dare il giusto peso alle vacanze, e che è proprio grazie a quella fatica che il riposo acquista valore.
Personalmente penso che basterebbe un giorno di lavoro all’anno per poter apprezzare l’otium rigenerante prolungato.
Sarà perchè difficilmente mi annoio, o forse perchè conosco più di mille modi in cui trascorrere il tempo senza far niente, e farlo bene. Ma queste sono divagazioni.
Ora ci sono piccole e grandi preoccupazioni che richiedono nuovamente attenzione, e c’è un mondo che non ha smesso di girare, nel frattempo.
Si riprende, piano piano. 

31 Luglio 2008

Sail

 

Ci si ritrova a Settembre.

 

Song to the siren, This Mortal Coil

 


23 Luglio 2008

Camminando nell'aria

Far across the world
The villages go by like dreams


Il segreto sta nell’osservare tutto questo un po’ dal fuori.
Non è facile, quando il nostro posto è qui sotto, immersi nelle grane del giorno dopo giorno.
Ci sono visuali alte e visuali basse, questioni grandi, più grandi di noi, e questioni piccole, che poi piccole non sono, perché compongono la nostra vita vera.
E sì, i poteri occulti portano avanti i loro piani per controllare il mondo, i governi sembrano in mano ai folli, Elvis è morto, ma allo stesso tempo la rata del nostro mutuo si fa sempre più onerosa, il lavoro ci prende tutte le nostre energie, a 30 o 40 anni ancora ci chiediamo in cosa consista l’amore, e sopratutto perché debba sempre essere così difficile. Quali sono le questioni realmente importanti?
Tutte lo sono, a loro modo.
Ma ancora più importante è non farsi mai sopraffare da tutto questo.
Non c’è da avere paura.
Comunque vada l’importante sarà aver fatto la nostra parte, questo conta.
Nel nostro piccolo, prima di tutto; il quotidiano, la cosiddetta battaglia di tutti i giorni.
Un battaglia che piccola non è.
E nel frattempo possiamo ritagliarci del tempo per cercare ciò che di bello ci circonda, e cose belle ci sono.
Ed osservare il resto un po’ dal fuori, quasi dall’alto, quasi camminando nell’aria.


Walking in the Air  Tarja Turunen
22 Luglio 2008

Illusione di libertà

A commento del precedente articolo, Amare la propria servitù, che prendeva spunto dalla questione del prelevamento delle impronte digitali, Faurio esprime la seguente considerazione:

Scusate, molto pacatamente, vorrei che mi spiegaste quale tipo di problemi potrebbe avere la schedatura delle impronte digitali?
Sinceramente questo non potrebbe fare altro che aiutare la polizia nello svolgere i suoi compiti; magari qualche caso potrebbe essere facilmente risolto con un controllo delle impronte. 

Ne approfitto, nel rispondere, per aggiungere alcune ulteriori considerazioni sul concetto di “libertà”.


Antigone dinnanzi al tiranno Creonte


Dal mio punto di vista, i problemi che sorgono da un’operazione come quella della schedatura delle impronte digitali sono di due tipi.

Innanzitutto, una questione di dignità.

In quanto esseri umani abbiamo una dignità, ed al momento è tra le ultime cose che ci restano.
Lo schiavo, per definizione, è chi non può disporre del suo corpo liberamente; esistono poi diversi livelli di schiavitù.
Il fatto che qualcuno ci possa chiedere di porgergli il dito e noi non si possa rifiutare, ne rappresenta un primo gradino.
Se fossimo liberi potremmo rispondere “e chi ti ha dato il diritto di toccarmi, di prendermi il dito e di schiacciarlo sull’inchiostro?”
E’ una domanda banale, eppure, il ritenere che sia normale che qualcuno ci tocchi, ci schedi, ci cataloghi, è indice del fatto che la mentalità da schiavo, per mezzo dell’indottrinamento a cui siamo sottoposti, ha fatto breccia in noi.
Penso che tale questione sia importante.

Viviamo sotto un incantesimo, in cui una entità chiamata “stato” creata ad arte dai pochi per tenere a bada i molti si arroga il diritto di disporre di noi, decidendo quali siano i diritti e i doveri che ci sono concessi.
E qui sta il grande inganno.
I nostri diritti, i nostri doveri, non sono tali perchè così sta scritto su di un pezzo di carta.
Non è quel pezzo di carta che ci rende “uomini”.
Noi uomini nasciamo, liberi, a prescindere da sacre costituzioni e trattati solenni.
Siamo liberi per natura, a priori, e la nostra nascita porta con sé i nostri diritti e i nostri obblighi.

Per dirla con l’amata Antigone:

«Neppure pensavo i tuoi decreti avere tanta forza che tu uomo potessi calpestare le leggi degli dèi, quelle leggi non scritte e indistruttibili.
Non soltanto da oggi né da ieri, ma da sempre esse vivono, da sempre: nessuno sa da quando sono apparse».

Ma se con queste considerazioni si può essere più o meno d’accordo, rimane un’altra questione, indiscutibile, che dovrebbe mettere in guardia su operazioni di questo tipo.
Qualunque sia il nostro pensiero sull’importanza dello “stato”, è evidente che nei nostri tempi questa entità è gestita dagli elementi peggiori della società.
Arrivisti, persone senza scrupoli, cultori del compromesso pronti a vendere la propria dignità al miglior offerente.
Difficilmente questa realtà può essere negata: i peggiori elementi della società per una serie di motivi riescono ad assumere le postazioni di controllo.
Sperare quindi che questi individui possano agire per il bene della popolazione che tengono in smacco, è convincimento, prima che ingenuo, assai pericoloso.
La scienza del governare è l’arte con cui i pochi controllano i molti.

Ovviamente questa operazione viene propagandata come fosse un servizio reso al cittadino, ed ogni norma coercitiva viene descritta come messa in opera per il bene del controllato.
Non potrebbe essere altrimenti.
La prima fase del risveglio consiste nel rendersi conto che chi governa innanzitutto protegge se stesso e i suoi privilegi dalla massa dei suoi sudditi, sullo sfruttamento dei quali fonda la sua egemonia,

Compreso questo, il resto risulterà più chiaro.