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-o- Too late to die young -o-
22 Ottobre 2008

Fashion di sto

Girovagando per la rete  mi sono imbattuto in questa immagine, che ha immediatamente catturato la mia attenzione.
C’è qualcosa nello sguardo del lupo, qualcosa che necessiterebbe di decine di pagine per essere espresso a parole.
Personalmente trovo l’intera situazione immortalata dalla foto semplicemente odiosa.
Una modella fashion con tanto di sorriso ebete in dotazione conduce  al guinzaglio sulla passerella un animale che sembra rendersi conto della propria umiliazione, ridotto a fenomeno da baraccone e di giubilo in una manifestazione simbolo della vacuità dei tempi in cui viviamo.
Qui c’è tutto il peggio del nostro occidente, la sua parte più frivola e fetida, colto nell’attimo della sua massima superbia, mentre porta a spasso la forza della natura nella sua più vera essenza con idiota compiacimento.

E non si tratta qui del  “desiderio di dominio” dell’uomo occidentale sulla “natura”.
Qui è rappresentato qualcosa di più profondo, in questa immagine è immortalato il trionfo dell’idiozia e della superficialità sull’aspetto più reale e vivo del creato.
Qui una scialba rappresentazione della vita si prende gioco della vita vera.

Per la cronaca, la foto è stata scattata durante il Green Initiative Humanitarian Spring 2009 fashion show a Los Angeles, una manifestazione con scopi umanitari e ambientalisti.
Perfetta sintesi dei tempi in cui viviamo.

20 Ottobre 2008

Il tacchino cospirazionista


Il tacchino induttivista

Esisteva un tacchino in un allevamento al quale veniva portato il cibo sempre alle 9 di mattina.
Il tacchino osservava dunque che qualsiasi giorno della settimana, che vi fosse stato il sole o il cattivo tempo, il cibo gli veniva portato sempre alla stessa ora.
Da queste osservazioni ripetute e identiche in qualsiasi condizione meteorologica e che erano comuni per tutti i giorni della settimana, il tacchino applicò il metodo induttivo quando formulò la teoria seguente: “mi danno il cibo sempre alle 9 di mattina”.
Tuttavia, alla vigilia di Natale, il tacchino constatò a sue spese il venire meno di questa regola: il tacchino venne ucciso e servito a tavola.
Karl Popper

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Il tacchino cospirazionista

Esisteva in un allevamento un tacchino particolarmente inquieto.
Ogni giorno gli veniva puntualmente portato il cibo, ma nello sguardo del fattore non vedeva alcuna simpatia.
Osservava che la stessa persona che gli forniva nutrimento maneggiava spesso strumenti taglienti, ed una volta lo vide addirittura servirsene ai danni di una povera gallina nel recinto accanto al suo.
L’intera faccenda lo rendeva sospettoso, così ne parlò con i suoi compagni.

Amici, qua c’è qualcosa che non va bene.
E’ vero, abbiamo ogni giorno cibo a sufficienza, nessuno ci maltratta, ma sento che c’è qualcosa dietro.
Ieri ho visto una gallina venire uccisa dal fattore, forse potrebbe capitare anche a noi un giorno.

Sei sempre il solito paranoico.
Siamo qua da anni, non abbiamo mai patito la fame, il buon fattore ci ha persino costruito una tettoia per ripararci dalla pioggia; e possiamo anche distrarci con le belle tacchinelle che ci fanno compagnia.
Sei proprio un ingrato, dovresti essere riconoscente per tutto quello che ti viene dato.
La verità è che stiamo bene, e da quando mi ricordo è sempre stato così.

Venne la vigilia di Natale, e per il pranzo festivo il fattore scelse il tacchino inquieto.

Non se ne stava mai buono e mi rendeva nervosi anche gli altri tacchini.

 

17 Ottobre 2008

La Ligre


Sono venuto a conoscenza, solo di recente, dell’esistenza della ligre.
Un animale straordinario, e per una volta il termine stra-ordinario si può usare in modo del tutto appropriato.
La ligre è un felino ibrido, nasce dall’incrocio tra un leone maschio ed una tigre femmina, un evento assai raro in natura.
Questi incroci
avvengono normalmente solo in cattività. Infatti leoni e tigri normalmente non condividono il loro territorio e perciò non hanno molte possibilità di accoppiarsi fra di loro.
Attualmente si hanno casi di coesistenza fra tigri e leoni solo nella Foresta di Gir, in India. Anticamente coesistevano in Persia e Cina. Le abitudini delle due specie sono molto differenti e rendono quindi ancora più improbabile un eventuale incrocio naturale.

Le prime ligri di cui si ha notizia nacquero nel 2004

nello zoo di Kemerovo in Russia, e all’epoca gli zoologi non sapevano che caratteristiche avrebbero sviluppato i cuccioli.
Ora si sa che vi è un aspetto particolare che caratterizza questo animale. La ligre cresce di più di leoni e tigri, alcuni esemplari possono raggiungere i 3.65 metri di lunghezza e superare i 400 chilogrammi di peso (per fare un confronto, i tipi di tigre più grandi, le Tigri Siberiane e le Tigri del Bengala, non superano i 3.2 – 3.3 metri di lunghezza, e i 280-300 chilogrammi di peso). Questo accade perché il leone maschio e la tigre femmina non trasmettono nessun gene inibitore della crescita. Non avendo questo gene, le ligri, crescono per tutta la loro vita, fino a che il loro corpo non potrà più sostenere il loro stesso peso.

Nessuno dei genitori trasmette il gene inibitore della crescita alla ligre, che diviene sempre più grande, finchè le sue stesse dimensioni la portano al decesso.
L’esistenza di questo  splendido e maestoso felino è un mito che si concretizza, una allegoria che attraverso la ligre vive.
Come non riflettere sulla sorte del nostro stesso occidente, privo anch’egli dell’inibitore alla crescita, destinato a crollare sulle sue stesse fondamenta proprio nel momento in cui pareva così grande ed inattaccabile?
Caduto all’apice della sua grandezza, proprio a causa del suo peso che non riusciva più a reggere.

16 Ottobre 2008

City of Light

Immagine tratta da nero.noblogs.org


Coloro che hanno costruito la città di Milano hanno fatto in modo che gli edifici e le strade si potessero mimetizzare col suo cielo.
Grigie strade ai piedi di grigi palazzoni, sotto un grigio cielo.
Ed anche la nebbia ha vagato a lungo prima di trovare in Milano la sua giusta dimora.

E come può, alla lunga, questo grigio non entrare dentro anche alle persone che sotto quei cieli si muovono, su quelle strade corrono, dentro quei palazzoni mangiano e dormono, che il tempo è quello che è.

A Milano.
A Londra.
A Kuala Lumpur.
A New York.
In città.

14 Ottobre 2008

Problemi globali, soluzioni globali

A volte ci vuole una crisi affinchè la gente accetti che ciò che è ovvio…

London City Hall, Sir Norman Foster
Tassello dopo tassello il Nuovo Ordine Mondiale, così spesso evocato dai suoi fautori ed altrettanto temuto dai suoi detrattori, sta prendendo forma.
Ieri, 13 Ottobre del 2008, dalla City di Londra, il cuore pulsante del Leviatano globale, il primo ministro inglese Gordon Brown ha pronunciato un discorso che battezza l’avvio di una “nuova epoca”.
Tradotto dall’ottimo Paxtibi, qui di seguito si riportano alcuni passi di questa ode all’ordine globale.

E si rimane infine anche affascinati, dall’osservare come l’elite del potere usi da sempre lo stesso trucco per imporre il suo volere: tesi, antitesi, sintesi.

Ed ecco la “sintesi”, la soluzione.

Una soluzione globale ad un problema globale.

_____________________

Discorso sull’economia globale del primo ministro inglese Gordon Brown al Reuters Building.

Siamo internazionalisti, con una portata più globale come paese di qualsiasi altro.
Mentre alcuni userebbero la crisi finanziaria mondiale per suggerire politiche protezioniste, sappiamo che l’unica via è di mantenere la nostra tradizione di apertura: un’economia di commercio aperta dove ora ci sono coordinazione e controllo globali adeguati.
[…]quello che i mercati stanno mostrando è che per quanto completo un programma nazionale possa essere – nessun paese da solo può agire per risolvere quello che è un vero problema globale.
Richiede una vera soluzione globale.
[…]
Perché non ci arresteremo alle misure immediate per stabilizzare il sistema.
Abbiamo anche bisogno delle misure per rimodellare il sistema finanziario globale per adeguarlo allo scopo futuro.
Questo lavoro è importante per costruire la fiducia e questo lavoro deve cominciare oggi.
E dobbiamo cominciare riconoscendo che siamo ora in un sistema finanziario globale e che mentre abbiamo già movimenti di fondi globali abbiamo controllo soltanto ad un livello nazionale.
E proprio come abbiamo bisogno di una nuova coordinazione globale per occuparci delle onde di cambiamento che stanno definendo la nuova era globale dalla disponibilità di energia al cambiamento del clima, così abbiamo bisogno di maggiore cooperazione globale per controllare e quindi sorvegliare i flussi finanziari che non conoscono confini.
[…]
Così ora dobbiamo installare nuove strutture e nuove regole per il futuro.
Questo non può semplicemente essere un salvataggio di breve durata per rappezzare le crepe.
Soltanto un metodo chirurgico che arriva alla radice del problema funzionerà ora per assicurare che i problemi non ritornino.
E dobbiamo riconoscere che l’azione di cui abbiamo bisogno non è solo nazionale ma globale.
[…]il nostro scopo deve essere un sistema finanziario internazionale per il ventunesimo secolo che riconosca le nuove realtà – economie aperte e non protette, mercati dei capitali non nazionali ma internazionali, concorrenza non locale ma globale.
Dev’essere un sistema che cattura tutti i benefici dei mercati globali e dei movimenti di capitale, minimizza il rischio di rottura, aumenta le occasioni per tutti ed solleva i più vulnerabili, in breve, il ripristino nell’economia internazionale dello scopo pubblico e degli alti ideali.
E che dobbiamo ora restituire il sistema finanziario internazionale a questa idea delle regole del gioco.
Mentre i fondatori di Bretton Woods hanno inventato regole per un mondo di movimenti di capitale limitati, dobbiamo inventare le nuove regole per un mondo di movimenti di capitale globali.”
[…]
A volte ci vuole una crisi affinchè la gente accetti che ciò che è ovvio e avrebbe dovuto esser fatto molti anni fa, non è più possibile posporlo.
Dobbiamo creare una nuova architettura finanziaria internazionale per l’età globale.
Questa crisi dimostra oltre ogni dubbio che un mercato dei capitali globale richiede un controllo globale molto più forte.
Dobbiamo accertarci che abbiamo:
– un efficace sistema di allarme globale per avvisarci dei rischi economici e finanziari;
– degli standard globalmente accettati di controllo e regolazione applicati ugualmente in tutti i paesi;
– più forti disposizioni per il controllo oltre frontiera delle imprese globali;
– e – se abbiamo imparato qualcosa – istituzioni molto più forti per la cooperazione e l’azione concordata in una crisi.
[…]
Una soluzione globale ad un problema globale.
Accertandoci che mai abbiamo affrontato tali problemi; ed assicurando il futuro per il nostro sistema bancario in modo che per le generazioni a venire Londra e la Gran Bretagna rimangano la casa della finanza globale.

Discorso completo