Benvenuti.
Qui si parla di miti, simboli,
storia e metastoria,
mondi vecchi e mondi nuovi,
e di cospirazioni
che attraversano i secoli.
Qui si scruta l'abisso,
e non si abbandona mai
la fiaccola.
Sebben tutto sommerga del mondo l’alluvione
Mestizia non t’affoghi, che Noé regge il timone
Non t’aspettar lealtà dalla mondana fiera
Che mille volte sposa è una megera Hafez
“Il nuovo secolo americano“ presenta tutti i retroscena storici, politici, economici e filosofici che avrebbero portato agli attentati dell’11 settembre per vie ben diverse da quelle che ci sono state raccontate. (Segue recensione).
I capitoli del film:
LA PAURA ATOMICA – Una premessa fondamentale OSAMA BIN LADEN – Quello vero e quello inventato GEORGE W. BUSH – Un presidente in ostaggio NEOCONS – Un gruppo che viene da lontano I PRECEDENTI STORICI – Guerra e Costituzione PETROLIOe GAS– La nuova geografia mondiale IL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE – Una profezia avverata LA GUERRA MEDIATICA – Più importante di quella reale CONTRACTORS – La guerra dei privati LE FORZE OSCURE – Iraq terra di nessuno
Recensione
“Il Nuovo Secolo Americano” è stato presentato alla 31 Mostra Internazionale del Cinema di San Paulo, Brasile, il 26/29 Ottobre 2007. QUI la scheda.
Questa la recensione di Rafael Ferraz apparsa su Cinematoca Blogspot (Brasile). QUI o QUI l’originale.Il Nuovo Secolo Americano, Itália, 2007 ****L’italiano Massimo Mazzucco appartiene sicuramente alla categoria di Michael Moore.
Con “Il Nuovo Secolo Americano” mostra però una maggiore capacità nel trattare una delle più gravi ferite degli Stati Uniti, l’undici di settembre.
L’idea di fondo è che la responsabilità degli attacchi alle Torri Gemelle non sia di Osama bin Laden, ma dello stesso governo locale. Si tratterebbe cioè di un autoattentato, inteso a far considerare “giuste” tutte le azioni che sono poi conseguite, come la guerra in Iraq.
La responsabilità della attuale situazione ricade, secondo Mazzucco, sui neocons, o neoconservatori, già uomini di fiducia del Presidente George H. Bush (1989-1993), andati forzatamente in vacanza dopo l’insediamento dell’avversario Bill Clinton, e tornati con Bush figlio con il proposito di “dominare il mondo”. Sfortunatamente i cowboys non si aspettavano un inquilino della Casa Bianca così debole. Non a caso uno degli uomini del gruppo è Dick Cheney, l’attuale vice-presidente.
Il documentario passa ai raggi X la storia americana, e mostra come dalla guerra Hispano-Americana, passando per i due conflitti mondiali del XX secolo, al Vietnam, alla [I]Guerra del Golfo e all’Iraq, il paese si è sempre approfittato di una presunta forzatura.
Indagando sugli effetti dell’occupazione americana nei “paesi nemici”, il film mette in discussione l’uso della tortura e la distruzione del patrimonio culturale altrui, come è notoriamente accaduto in Iraq. L’interesse per il petrolio del Medio Oriente aiuta abbastanza a capire l’occupazione e la designazione dell’ ”Asse del male”.
“Il Nuovo Secolo Americano” è fortemente basato su documentazione disponibile in Internet.
Se ne serve per ottenere filmati istituzionali e poi criticarli, ma la sua intensa fissazione per il testo scorrevole genera una tale quantità di informazioni che lo spettatore si perde e si stanca facilmente. Anche senza tanti nomi e tante prove, sarebbe comunque difficile non interessarsi a ciò che viene raccontato.
Nemmeno il più accanito sostenitore della terra dello Zio Sam penserebbe a una tale mitragliata di accuse così evidenti come quelle di Mazzucco.
Accettare che i problemi non siano così a portata di mano finisce per risultare molto difficile.
Il regista italiano, che ha un sito di news post-11 settembre, non fa che collocare uno specchio di fronte agli americani, che si vergogneranno nel vedere il proprio riflesso.
Anche con i diversi blocchi non del tutto amalgamati (il film è stato presentato alla Mostra in fase di post-produzione non ancora terminata), “Il Nuovo Secolo Americano” è uno dei lavori più impressionanti sull’analisi dei poteri della più grande potenza economica mondiale.
Cosa che uno straniero, con feroce obiettività, è in grado di percepire nel modo migliore.
“C’era una volta un mago ricco e avaro che possedeva molte mandrie di montoni. Non assoldava pastori né recingeva i pascoli. I montoni si sperdevano nei boschi, cadevano nei burroni e soprattutto scappavano all’avvicinarsi del mago, poiché avevano sentore di quel ch’egli faceva della loro carne e del loro vello. Cosicché il mago trovò il solo rimedio efficace. Ipnotizzò i montoni e suggerì loro per prima cosa che essi erano immortali e che il fatto di scorticarli era eccellente per la loro salute. Poi, suggerì loro che egli era una buona guida, pronta a qualsiasi sacrificio per i suoi cari montoni che non erano più montoni. A questi ultimi suggerii che erano leoni, aquile o perfino maghi. E così il mago visse senza preoccupazioni. I montoni rimanevano sempre accanto alle mandrie, e aspettavano con serenità il momento in cui il mago li avrebbe tosati e sgozzati”.
…schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos’è il pudore
In questi tempi pare evidente che ai vertici del potere possano ambire esclusivamente i rappresentanti peggiori del genere umano.
Prendendo , ad esempio, la realtà del nostro paese, si può facilmente constatare come la maggior concentrazione di pregiudicati e indagati per reati vari riscontrabile in una qualsiasi categoria si ritrovi in parlamento.
Ci si può recare anche nel locale più malfamato del quartiere più degradato della penisola, e la percentuale tra i presenti di pregiudicati e di indagati sarà pur sempre minore di quella del parlamento.
E molto probabilmente nel locale “malfamato” sarà di gran lunga superiore anche la percentuale degli uomini onesti.
Solitamente si taccia di “populismo” chi fa notare che la maggioranza dei politici sia composta da “ladri”, ma tale affermazione lungi dall’essere un pregiudizio è del tutto fondata, essendo per definizione il politico una persona che vive con fondi non suoi, estorti con la forza per mezzo della tassazione dalle tasche dei lavoratori, senza il loro consenso.
Estorcere un bene ad una persona senza il suo consenso nella lingua italiana si chiama furto.
Nella remotissima eventualità che tale attività sia compiuta a fin di bene, si chiama nuovamente furto.
Se è condotta da rappresentanti dello stato, furto resta, ma per qualche oscuro motivo non è più chiamato in questo modo.
La favola della “redistribuzione” delle risorse oggi è credibile meno che mai, dal momento che la casta dei parassiti ostenta con sempre maggiore arroganza la propria propensione allo sfarzo e al dileggio dei sudditi.
All’origine dell’attuale sfracello vi è un sistema, a cui si dà il nome di “democrazia”, strutturato in modo che siano solamente i più spregiudicati a poterne scalare le gerarchie, coloro che meno scrupoli si fanno nel cedere a compromessi, ricatti e corruzioni varie.
I partiti non sono altro che organizzazioni atte a selezionare i peggiori elementi e lanciarli a guida dei movimenti, ove potranno eseguire gli ordini dei burattinai in cambio di ogni sorta di privilegi.
E’ difficile comprendere come si possa credere che le facce da scarafaggio che compaiono dinanzi a noi nei telegiornali e che blaterano di “paese”, “doveri”, “sacrifici” possano agire a favore dei “cittadini”.
Nella vita di tutti i giorni l’uomo medio diffida del suo vicino, cresciuto con la convinzione che l’uomo sia lupo all’uomo, e che ognuno in questo mondo pensa prima di tutto ai propri interessi.
Eppure, per un arcano motivo, quello stesso uomo medio è disposto a credere che gli scarafaggi dotati di poltrona agiscano pensando al suo, di interesse.
Indagati, pregiudicati, mazzette-dipendenti, una volta assunti alla carica di “onorevoli” divengono automaticamente degli altruisti a tutto tondo, dal volto sofferente mentre annunciano i sacrifici che sono obbligati a far passare al popolo, per il bene del popolo stesso, mentre dalle loro dolorose poltrone si vedono costretti, loro malgrado, ad aumentarsi di continuo gli stipendi e i privilegi.
E se quelli con la casacca bianca deludono il popolo, la grande democrazia occidentale offre al popolo stesso la possibilità di cambiare gli scarafaggi al potere con degli altri che sicuramente saranno in grado di rimettere in carreggiata il sistema paese.
Ma anche gli scarafaggi con la casacca nera alla fine deluderanno, e così verrà di nuovo il turno di quegli altri.
E così via.
Il mondo intero deve essere preda di una ipnosi collettiva, non vi è altra spiegazione.
Un sortilegio che fa apparire ragionevole essere comandati dagli scarafaggi, un incantesimo che permette ai pochi peggiori di tenere sotto controllo i molti.
Layne Staley degli Alice in Chains, Mike McCready dei Pearl Jam, Barrett Martin degli Screaming Trees, e , per l’occasione, Marc Lanegan, il miglior vocalist degli anni novanta.
Mad Season, 1994, il canto del cigno di una generazione.
Per chi sa già di cosa si sta parlando, non occorre aggiungere altro.
Per gli altri, non resta che ascoltare.
Lord it’s a storm and I’m heading to fall These sins are mine and I’ve done wrong I want you to, oh, I just want you to Come on down I fear again, like then, I’ve lost my way And shout to God to bring my sunny day
Chiunque tu sia
infedele,
idolatra o pagano,
vieni.
La nostra casa non è un luogo
di disperazione.
Anche se hai violato cento volte
un giuramento,
vieni lo stesso.
May the road rise
to meet you.
May the wind be always
at your back.
May the sun shine warm
upon your face.
And rains fall soft
upon your fields.
And until we meet again,
May God hold you
in the hollow of His hand.
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