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-o- Too late to die young -o-
31 Gennaio 2008

Libero Arbitrio

Sembra che la teoria del ‘libero arbitrio’ già cento volte confutata, debba il suo perdurare proprio a quest’attrattiva: sempre di nuovo spunta qualcuno che si sente abbastanza forte per confutarla
W.F. Nietzsche , Al di là del Bene e del Male, Aforisma 18



Libero Arbitrio
: In filosofia e in teologia, la facoltà dell’uomo di decidere indipendentemente da limitazioni imposte alla sua volontà da una qualsiasi causa esteriore, dalla necessità naturale o dalla predeterminazione divina. Un’azione assolutamente libera sarebbe un’azione che non è sottoposta ad alcuna determinazione causale. Nella tradizione filosofica occidentale, alla dottrina che sostiene l’assolutezza del libero arbitrio si oppone il determinismo, per il quale l’azione dell’uomo non scaturisce da un libero atto della volontà, ma piuttosto dall’influenza di passioni e desideri, da condizioni fisiche o circostanze esterne che sfuggono al controllo dell’individuo.

Anni fa l’eternamente irrisolta questione del libero arbitrio occupava la maggior parte dei miei pensieri.
Essere liberi comporta infatti una grande responsabilità; forse una responsabilità troppo grande per degli esseri mortali.
Significa poter scegliere, e dover in qualche modo rispondere delle proprie azioni.
Non certo un piccolo obbligo, per delle creature per natura portate a commettere sbagli in ripetizione.
Ma la stessa consapevolezza dell’essere, indubbiamente, creati, nella mia mente tendeva ad escludere in maniera inconfutabile l’esistenza del libero arbitrio; ed in effetti, nessuna creatura sceglie il modo in cui venire al mondo, il suo aspetto, la sua intelligenza, la sua capacità di fare buon uso dei doni che ha ricevuto.
Ed anche quando ci si sente dire “sta a te scegliere”, a quale “te” ci si sta rivolgendo?
Colui che fa le scelte, da dove proviene?
E se mi ritrovo con un’anima , una mente, un ‘io’ che fa sempre le scelte sbagliate, ancora una volta, dove sta la colpa, in questo?
Erano domande che non smettevo di pormi.

Alla fine giunsi alla conclusione che il libero arbitrio semplicemente non poteva esistere, e intuii anche come gli uomini avessero ricevuto in dono l’incapacità di potersene rendere conto.
Fui anche quel minimo saggio per decidere di non dare troppa fiducia alle mie capacità di discernimento, in quel caso.
Così accantonai quei pensieri, e andai oltre.
In fondo, si possono scrivere innumerevoli tomi sull’argomento, e menti ben più fini della mia l’hanno fatto e continuano a farlo.
Ma potrebbe essere anche il caso che la questione si ponga in maniera sbagliata.
Forse non è la ragione, e il suo procedimento analitico, lo strumento esatto per giungere a capo del problema.
Forse il libero arbitrio semplicemente esiste, senza una giustificazione, e forse abbiamo davvero in noi la capacità di scegliere tra il bene e il male.
E forse c’è anche un motivo, per tutto questo.

Fino a che punto, siamo ‘liberi’?

(ulteriori spunti nei commenti)

30 Gennaio 2008

Questione di estetica

  …e avete voglia di mettervi profumi e deodoranti…


In questo blog scrivo poco di politica italiana.
Innanzitutto perché reputo alquanto infimo lo spettacolo offerto dai nostri rappresentanti, persone molto “piccole”, occupati in intrighi di basso livello.
Ritengo molto più importante andare a monte delle questioni, cercare di intravedere le vette in cui le decisioni vengono prese; in fondo penso che sia limitante prendersela con chi semplicemente esegue, tronfio del potere che in cambio gli viene concesso.
Inoltre, le malefatte di questi figurini sono ben descritte abbondantemente in diversi luoghi: per chi fosse interessato, i siti ben informati non mancano.Ma la vera ragione per cui mi occupo poco di loro è un’altra, e ben più profonda: una questione di est-etica.
Cerco sempre di accompagnare gli scritti che qui compaiono con delle immagini che reputo significative ed esteticamente piacevoli; giudico molto importanti le immagini, in primis come veicoli di sensazioni positive.
E siccome cerco sempre di scegliere delle immagini che in qualche modo possano dare una idea dell’argomento di cui lo scritto tratta, ne consegue che parlando di berlusconi o veltroni o prodi o mastella dovrei aggiungere una loro foto a mo’ di accompagnamento.
E siccome già lo scrivere questa serie di nomi provoca una scarica di eggregore negative che attraversano lo schermo, ritengo utile evitare ulteriori colpi nefasti, che potrebbero essere provocati dalla visone di certi volti.

Per questo, sulle questioni della politica italiana sorvolo.
Pare che al momento si stia decidendo se sia il caso o meno di tornare alle urne.
Non vedo l’ora di sapere in che giorno non andrò a votare.
Ed ora una bella immagine che non c’entra nulla ma che sta comunque bene.

27 Gennaio 2008

Un nome contro le colpe collettive

Un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa….
A.Peccei

L’umanità, in quanto concetto, è un’astrazione.
Prima dell’umanità esistono gli uomini, tanti singoli esseri umani, ognuno con il suo nome, ognuno con la sua storia, con le sue esperienze.
Ognuno simile e diverso dal suo prossimo.
La scienza del potere e le sue ancelle, in primis la psicologia, da tempo tentano di propagandare un sentimento che spinga il singolo verso l’annullamento della propria individualità, ed al contempo insistono sul concetto di massa e di “umanità”.

In questa psicologia semplificata non vi sono più singoli, ma questa generica umanità che di volta in volta si accolla tutte le colpe, che divengono così collettive e collettivamente andranno espiate.
I governi, i club di pensiero, i circoli decisionali, ragionano avendo di fronte, o meglio ‘al di sotto’, una massa informe, una massa da tenere a bada, da dirigere in una unica direzione, e ciò che loro eleggono a bene comune diviene l’obiettivo superiore da raggiungere, a costo di qualsiasi sacrifico.

Fu così, ad esempio, che Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, potè dire:

“Cercando un nuovo nemico contro cui unirci, pensammo che l’inquinamento, la minaccia dell’effetto serra, della scarsità d’acqua, delle carestie potessero bastare …
Ma nel definirli i nostri nemici cademmo nella trappola di scambiare i sintomi per il male.
Sono tutti pericoli causati dall’intervento umano …
Il vero nemico, allora, è l’umanità stessa”.

Appare evidente l’estrema pericolosità di questo tipo di pensiero collettivista, che annullando il singolo non sa vedere oltre un generico concetto astratto che chiama “umanità”, a cui si possono attribuire collettivamente le colpe più gravi.
E in un secondo momento, non sarà un problema nemmeno lo sfoltimento di questa astratta realtà.
Le dittature del XX secolo, rosse o nere, inseguendo una ideologia che diveniva la guida e la meta quasi religiosa da raggiungere, considerarono legittimo eliminare quante persone fosse necessario per facilitare il conseguimento del loro obiettivo.
Migliaia, milioni di persone.
Nessun contributo umano era eccessivo, di fronte ad un obiettivo tanto elevato.
In fondo, ai loro occhi, non erano singoli esseri umani a perire, ma parti della masse informe.

Ed anche recentemente, quando a Madeleine Albright, segretario di stato degli Stati Uniti durante la guerra del golfo, fu chiesto, a proposito dei decessi causati dall’ embargo promosso dagli Usa contro l’Irak, se il numero dei 500.000 mila bambini morti fosse un prezzo accettabile da pagare per la caduta di Saddam, la donna forte della politica estera americana rispose semplicemente:

“E’ una scelta molto dura ma credo che ne valga la pena”

500.000 bambini morti.
I sociopatici che ci governano non sono in grado di vedere la singolarità dell’individuo, e per meglio sottomettere quello che ai loro occhi appare come “volgo” tentano in tutti i modi di istillare anche in noi la loro distorta visione.
Il movimento ambientalista contemporaneo, che deve molto al Club di Roma del sociopatico Peccei, fa parte di questo enorme programma, e con la scusa della difesa della terra inculca un sentimento di colpa collettiva a cui tutti devono partecipare.
Poco importa in realtà a loro della salvezza del pianeta: la loro spinta viene dall’odio profondo che provano nei confronti della umanità, di quello che loro vedono come umanità.

Ma non esistono colpe collettive.
E non esiste una “umanità” indiscriminata, vaga, generica.
Esistono miliardi di individui, ognuno con un nome, ognuno con una testa, un’anima.
E occorre ricordarlo sempre, se vogliamo resistere ai sociopatici che dall’alto dei loro deliri desiderano e bramano solo distruzione e sterminio.
Noi tutti abbiamo un volto.
Un nome.

25 Gennaio 2008

Una grande giornata di democrazia

Lettura consigliata: Perchè i peggiori comandano?

…la selezione dei capi di governo per mezzo di elezioni popolari rende quasi impossibile che una persona buona o inoffensiva possa mai arrivare al vertice. I primi ministri ed i presidenti sono selezionati per la loro provata efficienza come demagoghi moralmente disinibiti. Quindi la democrazia virtualmente assicura che soltanto uomini malvagi e pericolosi arriveranno al vertice del governo…

Tutto il resto sono chiacchiere da telegiornale.

22 Gennaio 2008

Eggregore V

Mi sto sempre più convincendo che lo studio delle eggregore possa offrire delle chiavi per comprendere molte delle situazioni del presente.
Sto cercando del materiale utile per analizzare meglio il fenomeno, in particolare modo per quanto riguarda il rapporto tra lo “sfruttamento” delle eggregore da parte dei sistemi di potere.
Comincio a pensare che vi siano persone che ne conoscono molto bene i meccanismi, una scienza i cui segreti vengono custoditi con cura.
E’ un terreno ancora poco esplorato.
Se qualcuno avesse delle segnalazioni utili, sarà il benvenuto.
Nel frattempo propongo un video a mio parere interessante: trattasi di un concerto del gruppo metal tedesco dei Rammstein.

Appare evidente che una energia particolare pervade l’ambiente.