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¿te quedarás, mi pesadilla
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-o- Too late to die young -o-
15 Dicembre 2011

La stella a cinque punte nel simbolismo moderno

La stella a cinque punte, detta anche pentacolo, pentalfa o stella fiammeggiante, è uno dei simboli più ricorrenti dell’iconografia moderna.
Rappresenta inoltre uno dei simboli più importanti per la Massoneria, che a sua volta lo ereditò dalla tradizione pitagorica.
Il pentalfa fu infatti il segno identificativo usato dagli allievi della scuola mistica di Pitagora, una figura che al suo interno riproponeva il rapporto aureo, ovvero l’unità di misura del creato.

La stella a cinque punte, inoltre, è simbolo dell’uomo e del microcosmo, della realtà terrena all’interno della quale l’essere umano si inserisce, proiettato verso le realtà superiori.
Nella massoneria moderna, di conseguenza, la stella fiammeggiante con la punta rivolta verso l’alto diviene il simbolo dell’uomo nel suo percorso di elevazione, e la sua immagine sintetizza lo scopo dichiarato della libera muratoria, ovvero quello di condurre il profano verso la trascendenza.
Il simbolo in sé quindi, più antico della massoneria stessa, assume connotati positivi, e si contrappone al pentacolo con la punta rivolta verso il basso: in questo caso tutte le energie vitali presenti nell’essere umano, a loro volta allegoria delle forze che muovono l’universo intero, vengono convogliate verso le profondità.
Il satanismo moderno ha utilizzato il pentalfa rovesciato in questa ultima connotazione, con una chiara dichiarazione di intenti che rivelava la predilezione verso gli aspetti più inferiori dell’essere, più meramente materiali, animaleschi e psichici, in contrapposizione con l’elevazione spirituale.
Nella sua versione “solare”, quindi, la stella fiammeggiante è divenuta segno distintivo della libera muratoria, ed in questa veste è entrata a far parte dell’iconografia contemporanea.
Il suo primo veicolo di diffusione, sul finire del XVIII secolo, furono gli stemmi e le bandiere degli stati-nazione che in quel periodo si andavano formando, nella maggioranza dei casi per mezzo di processi sociali fortemente appoggiati dalle logge massoniche.
Il grande contributo dato dai fratelli massoni nella costituzione di queste nuove entità statali oggi non rappresenta un mistero, e l’uso della stella a cinque punte in numerose bandiere ed in numerosi sigilli degli stati moderni ne è una naturale conseguenza.
Anche l’utilizzo di stelle in ambito militare ha origine proprio all’interno del mondo delle logge, essendo allora come oggi numerosi membri delle alte gerarchie militari affiliati alle logge massoniche.

Il rapporto tra la fondazione degli Stati Uniti e la massoneria è troppo noto per essere ribadito nuovamente.

 

Kemal Ataturk, il padre della Turchia moderna, si formò nella loggia massonica di Salonicco, così come i Giovani Turchi, attuatori della rivoluzione, furono una organizzazione massonica.

 

La stella fu inserita nella bandiera del Marocco per volontà di Louis Hubert Gonzalve Lyautey, governatore militare al tempo del protettorato del governo francese, appoggiato dalla massoneria transalpina.

 

L'ultima creazione massonica in ordine di tempo.

 

In memoria dei padri massoni della patria.

Nello stesso modo, l’uso dei tre colori bianco, blu e rosso, la combinazione più comune nei vessilli nazionali, rappresenta un altro “omaggio” alla massoneria, essendo questi i colori predominanti nei grembiuli massonici.
Il blu è il colore più importante, e il suo uso nei grembiuli e nei stendardi origina dal comandamento di Dio agli israeliti, come descritto in Numeri 15:38:

“Parla ai figliuoli d’Israele e di’ loro che si facciano, di generazione in generazione, delle nappe agli angoli delle loro vesti, e che mettano alla nappa d’ogni angolo un cordone violetto.

Nelle bibbie in inglese violetto viene reso con Blu.
Il blu è anche il colore dei cieli, e ricorda la realtà dei mondi superiori, mentre il bianco rimanda alla purezza d’animo (come bianchi sono i guanti dei fratelli muratori), nonché  all’innocenza, ed è inoltre collegato con l’idea di nascita e resurrezione.
Infine, il rosso rappresenta il sangue e la vita, la guerra e simbolicamente la lotta necessaria per perfezionare se stessi e raggiungere i propri scopi.

La stella a cinque punte è stata anche l’emblema dei regimi socialisti del XX secolo, basti ricordare la stella rossa sovietica e le bandiere degli stati facenti parti dell’orbita comunista.

Nella bandiera della ex Jugoslavia socialista la stella rossa a cinque punte campeggiava su sfondo blu bianco e rosso, i colori panslavi di ispirazione massonica.

Ancora una volta, il collegamento rimandava direttamente alla libera muratoria, essendo il socialismo strettamente connesso con la massoneria: gli stessi ideali di laicità, il concetto dell’abolizione della proprietà privata, l’eguaglianza e la “fratellanza” furono d’altra parte concetti a lungo sviluppati nelle logge massoniche del XVIII secolo, in particolar modo in quelle  più radicali.
Nei tempi correnti la stella a cinque punte è infine divenuta uno dei simboli più utilizzati nel campo del marketing, presente in innumerevoli loghi, ed essendo tale ormai la sua diffusione diviene difficile stabilire in quali casi la scelta sia dettata da precise convinzioni esoteriche o più semplicemente dalla volontà di rappresentare il proprio marchio con una immagine “vincente”.

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9 Dicembre 2011

Robbie Williams ed il viaggio nella psiche

What a waste of all this peace,
baby steps and two more sleeps

Robbie Williams è un cantante che non ha bisogno di presentazioni.
Negli anni novanta e nel decennio scorso, con 75 milioni di dischi venduti,è stato uno degli artisti di maggior successo del continente europeo.
Dopo aver iniziato la propria carriera in giovane età all’interno della celebre boyband dei Take That, Williams ha poi proseguito la propria strada professionale in solitario, proponendo canzoni orecchiabili e melodiche e puntando su una immagine di giovane e simpatico guascone, sempre un po’ sopra le righe.
Come in ogni artista contemporaneo di successo, anche in alcune performance di Williams è possibile cogliere messaggi tutt’altro che banali, rimandi a tematiche complesse che vanno ben oltre la semplice proposizione di un motivetto da hit parade.
E’ il caso del video realizzato per promuovere il singolo “You know me”, brano sicuramente dal piacevole ascolto e molto curato dal punto di vista della composizione.
Nel videoclip in questione, quindi, possiamo osservare Robbie Williams mentre compie un viaggio nelle profondità della propria psiche, un viaggio raccontato per mezzo di metafore assai suggestive.



La storia ha inizio col cantante che siede annoiato in sala trucco, prima di iniziare uno spettacolo, o forse la registrazione di un videoclip.
Quello che vediamo quindi è il Robbie Williams “uomo comune” prima di entrare nei panni del Williams cantante.
Nell’attesa nella sala trucco Williams si addormenta, e nel sogno che deriva dal suo stato di sonnolenza vede se stesso mentre attraversa lo specchio di fronte a sé per ritrovarsi in una realtà parallela, un mondo “fatato”.

Williams si addormenta in sala trucco...

 

..e attraversa lo specchio

Come in Alice nel paese delle meraviglie, a cui evidentemente l’intera storia del videoclip rimanda, lo specchio diviene punto di contatto tra due realtà diverse, un varco che permette il passaggio da un mondo all’altro.
Oltre a questo, lo specchio è allegoria dell’anima stessa, e l’atto di attraversarlo rimanda alla discesa verso le componenti più profonde della propria psiche.
Si tratta di un viaggio nella propria anima.
Dopo aver attraversato lo specchio, Williams si ritova in una casetta ricavata all’interno di un albero, e lui stesso ha le orecchie ed altre caratteristiche di un coniglio.
Ancora una volta, è evidente il rimando alla tana del bianconiglio di Alice, ed oltre a questo viene mostrato come attraversando lo specchio il cantante sia venuto a trovarsi a contatto con una versione più “animalesca” di se stesso.

Williams spensierato immerso nella natura

Nella sua versione di “mezzo coniglio” Williams infatti si dimostra interessato, più che a ogni altra cosa, al cibo, alle bevande con cui è imbandito un ricco tavolo ed alla danza, mentre si muove felice nella natura che lo circonda: si pone in evidenza, in altre parole, l’aspetto più instintuale e “naturale” presente nell’anima della persona, quello che si raggiunge quando la veglia e la razionalità si fanno da parte (nel mondo reale, infatti, Williams sta dormendo).
A questo punto, però, all’interno di questo mondo immaginario, il cantante si addormenta di nuovo: in questo modo il suo viaggio continua, ed egli discende in uno stadio ancora più profondo, scoprendo una parte della sua anima ancora più sommersa.

Williams si addormenta all'interno del sogno. "We need to go deeper"

In questo terzo livello, il più profondo, lo sfondo è totalmente nero e sfuggente, e Williams si ritrova circondato da sei avvenenti conigliette, mentre egli stesso ormai ha anche nel volto le fattezze di un coniglio.

Williams completa la sua trasformazione

Questa trasformazione sottolinea il passaggio ad uno stadio più animale della propria natura, una realtà che trova spazio nelle profondità più remote della psiche.
Qui è l’istinto “grezzo” a farla da padrone, simboleggiato dalla presenza delle sensuali conigliette, una delle quali cavalca un allegorico missile.

Nel profondo della psiche

La presenza del pavimento a scacchi ricorda la dualità e la contrapposizione degli opposti, una dualità che nel piano superiore dell’essere cessa di presentarsi, ma che all’interno delle realtà più basse si esprime al massimo della propria possibilità.
Un viaggio nelle profondità della psiche e dei suoi segreti, quindi, raccontato sotto le sembianze di una breve favoletta.

 

6 Dicembre 2011

El refugio interior II


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20 Novembre 2011

El refugio interior

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17 Novembre 2011

Il governo dei tecnici, ovvero la caduta delle maschere

che i giullari sgombrino la sala…

Pino Procopio, Il giullare


In questo blog ci si è occupati sempre poco di politica italiana, dal momento che era evidente che i “protagonisti” della nostra scena politica altro non erano che buffi e mediocri comprimari messi al loro posto al solo scopo di pigliare insulti e pomodori, in cambio di cospicui benefici, mentre eseguivano i dictat dei veri detentori del potere.
Adesso, con questo nuovo “governo”, alcune maschere sono cadute, e influenti personaggi dei piani alti sono “scesi in campo” in prima persona, mettendo da parte le loro marionette.
Con questa operazione è venuta meno anche l’ultima parvenza di “leggittimità” del sistema democratico, una grande farsa messa in piedi per dare l’illusione al popolo che effettivamente si “governi da solo”.
Non si tratta del resto di un passaggio da poco, dal momento che i governi democratici, per quanto profondamente ingannevoli nella sostanza, avevano da sempre cercato in tutti modi di preservare la “forma”, presentandosi esternamente quali “leggittimati dal volere popolare”.
Col governo dei “tecnici” anche questa ultima illusione viene meno, e il trucco viene svelato senza ritegno: personaggi influenti non scelti da nessuno si insediano con autorità ai vertici decisionali del paese in prima persona, mentre i “politici di professione” si inchinano adoranti e sottomessi al loro cospetto.

Si tratta di uno scenario che denota una situazione davvero critica, gli eventi sono giunti ad un punto tale per cui è richiesta la presa del comando dei veri potenti in prima persona, mentre giullari nani e ballerine vengono scansati dai teatrini della politica senza tanti complimenti, senza nemmeno badare alla “forma”.
O forse, tutti gli avvenimenti che abbiamo vissuto negli ultimi anni dovevano portarci proprio a questo, all’introduzione di un nuovo paradigma: forse anche l’illusione dei governi democratici ha fatto il suo tempo, e per il futuro dovremmo abituarci a forme di potere che esercitano il loro dominio in maniera più diretta, senza più maschere.