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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
16 Luglio 2009

Sadness e la porta degli inferi

“Le vecchie regole ed abitudini devono essere rifiutate ed abbandonate, così che qualcosa di nuovo possa essere creato.”
Michael Cretu
Nell’anno 1990 il compositore rumeno Michael Cretu pubblicava un album destinato a lasciare una impronta indelebile sulla produzione musicale internazionale degli anni 90.
Michael Cretu diede al suo progetto musicale il nome di Enigma, e il primo disco prodotto con tale gruppo fu MCMXC a.D.
Sadness, il primo singolo estratto dall’album, raggiunse il vertice di tutte le classifiche di vendita mondiali, divenendo il brano di maggior successo di quell’anno ed uno dei più fortunati singoli degli interi anni 90.
La commistione tra suoni elettronici di orientamento pop con inserti di canti gregoriani, all’epoca una vera innovazione, era destinata ad influenzare innumerevoli gruppi, alcuni tra i quali ebbero un notevole successo di pubblico, come i Gregorian Masters of Chant, che reinterpretavano dei classici della musica rock e pop in chiave “gregoriana”.

La stampa specializzata per descrivere questo nuovo genere coniò il termine “New Age music”, indicando nell’album di esordio degli Enigma una delle pietre miliari del genere stesso.
Tra le poche voci critiche vi furono quelle di alcune radio di orientamento cattolico, che stigmatizzarono quello che definirono il carattere apertamente blasfemo delle commistioni operate da Cretu.
Si trattò comunque di opinioni isolate, dal momento che il successo del progetto Enigma mise d’accordo pubblico e critica, facendo di MCMXC a.D uno dei dischi fondamentali degli anni 90, ed il singolo Sadness rimane tutt’ora uno degli esempi più evidenti del modo in cui le tematiche occulte possano essere diffuse ad una larga fetta della popolazione per mezzo della musica commerciale.

Occorre anche notare come l’intera operazione venne portata avanti in maniera esplicita, ed il video che accompagnò il singolo rappresentò una perfetta integrazione del testo, testo che si presenta come un omaggio al marchese De Sade; come si vedrà, la figura del celebre filosofo libertino funge solamente da filo conduttore per narrare di temi ben più complessi.
Sadness: l’analisi del video

La canzone è introdotta da un coro di monaci, che nel classico stile gregoriano recitano alcuni versi in latino:

 

Procedamus in pace
In nomine Christi, Amen…
Cum angelis et pueris, fideles inveniamur
Attollite portas, principes, vestras
et elevamini, portae aeternales
et introibit Rex Gloriae
Qius est iste Rex Glorie?Procediamo in pace
nel nome di Cristo, Amen
Con gli angeli e i bambini, troveremo i fedeli
Sollevate, porte, i vostri frontali
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi e questo re della Gloria?


Gli ultimi quattro versi  fanno parte del salmo 23 (24), intitolato “Ingresso nel tempio”.

Il concetto centrale è quello della porta, della soglia, concetto intorno al quale si sviluppa il video che accompagna la canzone stessa; in modo significativo Cretu ha scelto quale introduzione al proprio testo un canto cristiano che si conclude con una domanda, ed ovviamente la risposta che in seguito suggerirà sarà assai diversa da quella indicata dal salmo.
Le  immagini del video si aprono mostrando un giovane studente di un’ epoca passata, intento a compilare un testo servendosi di una penna e di un calamaio.

Lo studente di seguito si addormenta, ed al suo risveglio si ritrova all’interno di una cattedrale gotica in rovina, un chiaro riferimento ad un culto, quello cristiano, descritto come appartenente al passato, un culto del quale non rimangono che rovine.

 

Si vede quindi il giovane, che ora indossa un mantello con cappuccio rosso, mentre si avvicina ad una grande porta nera.
Giunto di fronte alla porta guarda verso l’alto, dove da uno squarcio sul soffitto si intravede la luce del cielo.

 

Vengono qui rappresentate le due vie della ricerca spirituale, la strada celeste e la via infera, simboleggiata dalla porta scura, una riproduzione della Porta dell’Inferno scolpita da Auguste Rodin sul finire del XIX secolo.
Il giovane studente appare titubante, e si sofferma impaurito ma anche incuriosito dinnanzi alla porta degli inferi.

Fa quindi la sua comparsa una figura femminile, una giovane e avvenente donna, una delle forme per mezzo delle quali secondo il folklore medioevale Satana si manifestava nelle vesti di tentatore, che si rivolge al giovane in modo seducente:

Sade, dit moi…
Sade, donne moi…
Sade dit moi qu’est ce que tu vas chercher ?
Le bien par le mal ?
La vertu par le vice ?
Sade dit moi pourquoi l’evangile du mal ?
Quelle est ta religion ou` sont tes fide`les ?
Si tu es contre Dieu, tu es contre l’homme.
Sade es-tu diabolique ou divin ?Sade, dimmi…

Sade, dammi…
Sade, dimmi: cosa vai cercando?
Il bene per mezzo del male?
La virtu’ dal vizio?
Sade, dimmi perche’ predichi il male?
Qual’e la tua religione, dove sono i tuoi fedeli?
se sei contro Dio, sei contro l’uomo.
Sade, sei diabolico o divino?

La figura del marchese De Sade, a cui le domande sono rivolte, è qui utilizzata per introdurre delle questioni a sfondo teologico.
In particolar modo, la prima domanda cela il tema centrale dell’intero testo: cosa vai cercando? Il bene per mezzo del male?
La possibilità del raggiungimento della salvezza per mezzo del peccato, del bene assoluto per via del perseguimento del male, sintetizza il fondamento di una contro-teologia che è stata fatta propria da diversi movimenti “eretici” nel corso dei secoli, una teologia alternativa che influenza tuttora alcuni culti chiave della modernità.
L’idea di fondo di tale credenza è che l’anima incarnata nel corpo terrestre per poter sollevarsi dalla propria condizione debba prima sperimentare la caduta più profonda, passando per la violazione delle leggi morali e la pratica di tutto ciò che nel proprio tempo è giudicato “peccato”.

L’anima in altre parole deve trasgredire ogni riferimento morale per poter raggiungere il punto più basso della propria natura.
Tale pratica nell’ambito esoterico è detta “via della mano sinistra”, e rappresenta propriamente una parodia del percorso iniziatico regolare per come è descritto dagli autori tradizionali, un percorso in cui simbolicamente l’iniziando passa attraverso una fase “nell’ombra”, simboleggiata dalla caverna, prima di riemergere nella luce con una nuova consapevolezza.
Nella via regolare il passaggio nell’ombra simboleggia la “morte” della vecchia consapevolezza e l’abbandono  degli antichi pregiudizi, in attesa di ricevere una nuova conoscenza.

La differenza tra la via regolare e la via della mano sinistra consiste nel fatto che mentre nel primo caso il passaggio nell’ombra è un atto simbolico di transizione, nel secondo caso diviene il fine pratico dell’intera esistenza reale.
La vita stessa si trasforma quindi in una continua serie di violazioni delle leggi morali, come nel caso del messia apostata Sabbatai Zevi, che predicò apertamente ai suoi seguaci tale concezione, oppure come nel caso dello stesso marchese De Sade che della trasgressione fece una vera e propria teologia.
E’ importante osservare come il concetto secondo il quale sia possibile perseguire la salvezza per mezzo del peccato rappresenti propriamente il fondamento ideologico e filosofico del satanismo più elitario.
Non a caso, la prima messa nera di cui si ha notizia nei testi letterali è descritta proprio dal marchese de Sade.

Nel video di sadness, a questo punto viene mostrato il giovane che dopo aver superato la sua titubanza spalanca le porte degli inferi, e si ferma ad osservare, sorpreso ed intimorito, lo spettacolo che si apre dinanzi ai suoi occhi.
Dopo la visione, impaurito, fugge dalla soglia, ma presto si blocca e si ferma a riflettere.
Occorre a questo punto ricordare una considerazione dello studioso dell’esoterismo René Guénon, che nel suo scritto Iniziazione e contro-iniziazione ebbe a dire:

“Nell’ esoterismo islamico, è detto che colui che si presenta ad una certa porta, senza esservi pervenuto attraverso una via normale e legittima, vede questa porta chiudersi davanti a lui ed è costretto a tornare indietro, peraltro non più come un semplice profano, il che è ormai impossibile, ma come saher (stregone o mago); non sapremmo esprimere più nettamente ciò di cui si tratta.”

Il solo affacciarsi, simbolicamente, dinnanzi a questa soglia rappresenta quindi secondo le scienze esoteriche un rischio enorme per l’individuo, e la sua anima ne rimane irrimediabilmente compromessa.
Nel video stesso si vede infatti il giovane smaterializzarsi, ed il suo mantello rosso venire “risucchiato” oltre la porta degli inferi, un chiaro riferimento alla dannazione della sua anima.
Le immagini si concludono con il giovane protagonista che si sveglia dal sogno ed inquieto si guarda intorno, soffermandosi infine ad osservare la luce che proviene dall’alto, forse domandandosi se l’esperienza che ha vissuto lo abbia definitivamente compromesso.

14 Luglio 2009

Sciopero?

Come ogni tanto mi accade, sento la necessità di stare un po’ lontano dalla rete.
Nulla di particolarmente grave, solo qualche giorno in cui osservo il tutto con un certo distacco.
Ed avrei proseguito ancora un po’ questa piccola pausa, se non fosse che mi sono accorto che oggi è il 14 Luglio, giorno in cui è stato indetto lo “sciopero dei blog”  contro il famigerato ddl Alfano.
Mi tocca quindi inserire un post in questa data per evitare di essere confuso con i blogger seri che scioperano, per i quali comunque nutro il massimo rispetto.
Io sono solo uno che si diverte a condividere delle idee su di uno spazio virtuale, un modo per poter interagire con molte persone.
Mi sentirei abbastanza ridicolo nello “scioperare” in questo.

Una minaccia al sistema?

9 Luglio 2009

Il G8, un nuovo ordine tra le macerie e la terra dei morti viventi


I grandi tra le macerie

L’immagine simbolo del G8 del 2009, l’icona che di questo evento si tramanderà vede il presidente americano Barack Obama mentre si aggira per le rovine della città de L’Aquila,  accompagnato dal presidente del consiglio italiano.
Una immagine dal forte impatto emotivo, che sintetizza la volontà dei potenti del mondo di prendere atto del  disastro accaduto, nella speranza di una veloce e concreta ricostruzione.
Dal punto di vista simbolico l’aquila ha sempre rappresentato l’autorità imperiale, e non a caso i principali imperi che l’occidente ha conosciuto nella sua storia hanno avuto questo nobile rapace nelle loro insegne e nei loro stemmi, a partire dall’ Impero Romano passando per l’ Impero Bizantino e quello Russo dei zar, fino al Sacro Romano Impero ed agli stessi Stati uniti d’America.Le macerie del vecchio ordine
La riunione dei grandi della terra che si svolge in questi giorni in Italia ha luogo quindi in uno dei momenti storici più cruciali degli ultimi due secoli, un momento storico in cui la potenza imperiale del momento sta per cedere il passo ad un nuovo ordine, mentre l’intero apparato economico internazionale fondato su fallaci fondamenta vacilla e pare giunto alla conclusione naturale del suo ciclo.

Un periodo in cui gli stessi grandi della terra invocano ripetutamente ed a gran voce la costituzione di un qualcosa che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale, quel nuovo ordine che fino a poco tempo fa era descritto dai soli teorici della cospirazione, un ordine che nelle visioni più preoccupate sarebbe dovuto sorgere in un mondo di allegoriche macerie, dove gli antichi poteri avrebbero dovuto cedere il passo a dei progetti molto più ambiziosi di qualsiasi sogno di dominio apparso nel corso dei secoli.
Appare quindi particolarmente emblematico che questa decisiva riunione dei grandi della terra si svolga proprio nel mezzo di una città devastata, e gli uomini che hanno il compito di rappresentare il potere visibile si mostrano mentre camminano tra le macerie, questa volta non allegoriche, tra messaggi che evocano la ricostruzione e un nuovo inizio.

Tovaglie preziose e tendopoli

E nonostante l’immagine da gran galà che i mezzi di comunicazione tentano di diffondere, con tanto di attente analisi sui menù degli invitati, sui ricchi e preziosi regali scambiati, sul “clima informale” e sui dettagli dei vestiti delle first ladies, l’icona che emerge, e che non si può facilmente nascondere, ha un sapore assai più tetro.
I volti sorridenti e pettinati dei corrispondenti non possono infatti celare lo sfondo in cui l’incontro ha luogo: una serie di edifici super accessoriati e tecnologi circondati da rovine, tavole imbandite con ogni lusso a pochi chilometri dalle tendopoli dei terremotati, ricche colazioni e grandi galà a poca distanza dagli aquilani che fanno la fila per un pasto caldo alle mense della protezione civile.
Il tutto circondato e sorvegliato da un apparato militare che non si era mai visto in epoca di pace, una protezione che ha fatto degli edifici della riunione un luogo inaccessibile, totalmente separato dalla città stessa e dai suoi abitanti.

La distanza tra i vari capi di stato e i semplici cittadini non potrebbe essere più grande, e per quanto venga descritta come normale prassi, lo spiegamento dell’esercito utilizzato per sorvegliare i cittadini e creare una barriera tra questi e i loro governanti non può che essere recepito come un chiaro segno che in quegli edifici non sono certo gli interessi del popolo ad essere perseguiti.


Una città in rovina presidiata dai militari

Curiosamente, nella stessa giornata in cui il G8 si inaugurava, la rete televisiva Italia 1 trasmetteva il film dell’orrore La Terra dei morti viventi, del regista George Romero.
Nel film, che riprende il classico tema degli uomini non-morti che terrorizzano i vivi, il mondo è invaso dagli “appestati”, esseri che pur essendo morti non lo sanno, e continuano a ripetere meccanicamente le attività che portavano avanti da vivi.
Gli esseri umani sopravvissuti si sono barricati all’interno di una città, presidiata militarmente ed isolata dall’esterno.

I potenti separati dai miserevoli

La città dei vivi, a sua volta, in gran parte in rovina, è divisa in due parti, con la maggioranza dei suoi abitanti che vive nel massimo degrado, ed una piccola minoranza di super ricchi che vive all’interno di una grande grattacielo dotato di ogni confort e lusso.
E’ noto che i non morti possono essere visti come una metafora della grande maggioranza dell’umanità stessa, che vive sotto una sorta di ipnosi persa nelle sue abitudini e nella sua ripetitiva quotidianità, incapace di riflettere a fondo sulla sua reale essenza.

Distrazioni per la popolazione

Romero inoltre aggiunge degli ulteriori piccoli particolari di genio, come l’episodio dei fuochi d’artificio sparati nel cielo della notte dai vivi per distrarre i non-morti.
Alla vista dello spettacolo pirotecnico infatti gli zombies si imbambolano e non possono fare a meno di fermarsi e guardarli totalmente assorti, un chiaro riferimento al modo in cui il potere usa l’intrattenimento e la televisione per intontire e deviare l’attenzione della popolazione.
Nonostante quello che ci si potrebbe aspettare da un racconto di questo genere, nel film  la vera contrapposizione non ha luogo tra i vivi e i non-morti, accomunati dal cercare entrambi uno spazio in cui portare avanti la propria misera esistenza.

I due mondi che realmente si scontrano sono quello dei miserabili, vivi e non-morti, e il mondo dei super ricchi isolati nella loro torre lussuosa.
Sarà questo lo scontro finale, ben simboleggiato in una delle ultime scene del film dove uno dei protagonisti, che da umano diviene non-morto dopo essere stato contaminato da uno degli appestati e di conseguenza ha in sé entrambe le nature, si reca ad uccidere il capo dei super ricchi, il padrone dell’intera città.

Il racconto e la realtà

Ecco quindi che ci si trova di fronte, nell’assistere a questo film, alla storia di una massa di disperati  che si aggirano all’esterno ed alla periferia di una città devastata e militarizzata, blindata, una città in cui i super ricchi ed i potenti vivono isolati ad una distanza di sicurezza dal resto della popolazione.
Nel film però i cattivi sono i super ricchi, che portano avanti le loro esistenze nel lusso e nella corruzione disinteressandosi delle sorti dei loro simili, mentre nella realtà dei nostri giorni i potenti che pranzano con posate d’argento nel centro di una città in macerie vengono descritti dai nostri mezzi di comunicazione come coloro che si impegnano per il nostro bene.
Mentre nel cielo brillano i fuochi d’artificio.

8 Luglio 2009

Le minoranze rumorose


Questa simpatica vignetta descrive in maniera semplice e diretta una grande verità.

Nel giudicare il mondo che ci circonda spesso non ci rendiamo conto che  la nostra percezione è alterata dal fatto che le minoranze più “disturbanti” sono quelle che maggiormente fanno sentire il loro impatto.

Il problema della maggioranza tranquilla è semmai quello di adeguarsi agli standar delle minoranze; e la democrazia moderna è un esempio perfetto di questo processo, laddove una minoranza di psicopatici e corrotti ha imposto la sua scala di valori al resto della popolazione.
Riconoscere quelle minoranze ed isolarle è il primo passo verso il quieto vivere, probabilmente.

5 Luglio 2009

Lo spirito dei tempi e l'iniziazione della giovane Rihanna

You’re part of my entity, here for infinity

La cultura musicale e lo spirito dei tempiVi sono due canali principali attraverso i quali gli etat d’esprit sono diffusi nella società: l’istruzione e la musica.
Non vi è alcun mistero in questo.
Con l’istruzione la popolazione fin dalla giovane età viene indotta ad assorbire le regole delle gerarchie del potere, e ad assimilare i miti laici su cui si fonda il potere prestabilito.
Il rispetto della democrazia, il senso dello stato, l’idea che il concetto di “collettività” sia superiore nella scala dei valori alla dignità dell’individuo sono i fondamenti indiscutibili su cui l’educazione si basa, e la libertà di pensiero del futuro cittadino sarà massima a patto che queste premesse siano mantenute.
Parallelamente, per mezzo dell’industria musicale agli stessi giovani vengono trasmessi le mode e i valori a cui occorrerà uniformarsi per essere parte integrante della società circostante.
La musica è il mezzo più potente che possa influenzare un essere umano, dal momento che interagisce direttamente con la sfera non razionale della personalità.

In questo modo, le immagini e i valori associati ad una determinata performance acquisiscono una forza che non potrebbero avere se comunicati solamente attraverso delle argomentazioni “razionali”.
Ancora una volta, non vi è alcun mistero in tutto questo.

Basta osservare, per fare un esempio, come una stessa scena possa essere recepita in modo positivo o meno  a seconda che sia accompagnata da una colonna sonora trionfante, romantica o angosciante, per rendersi conto del potere emozionale di cui la musica è capace.
Così come non si dice nulla di nuovo se si osserva come la proposizione costante di certi modelli di successo fatti propri dalle celebrità musicali diventino di conseguenza anche gli ideali di riferimento dei fruitori delle loro proposte musicali.
La classica immagine del “cafone” che ostenta le proprie ricchezze, sempre per fare un esempio,  è diventata nel tempo accettabile e ambita, fino a diffondersi in gran parte dell’universo giovanile: quello che appariva deprecabile fino a pochi anni fa, almeno nelle apparenze, diviene così accettabile dal momento che tale modello viene diffuso e sdoganato dai protagonisti dell’industria musicale, indubbiamente il principale punto di riferimento per i giovanissimi.
Si tratta di semplici constatazioni, probabilmente banali, e non vi è in esse alcun moralismo: la stessa corrente “alternativa” e critica nei confronti della cultura dei consumi diffusasi negli anni 70 era altrettanto figlia delle medesime suggestioni, ancora una volta trasmesse al grande pubblico per mezzo dei medesimi canali.
Nel mezzo della vasta produzione catalogata sotto l’espressione di “musica commerciale”, si celano però a volte anche suggestioni più sottili, meno dirette, che rivelano in parte la natura più profonda dell’intera operazione.

Ovviamente, non bisogna immaginare l’intera industria discografica come impegnata in un gigantesco complotto.
Occorre sempre tenere presente che gli etat d’esprit si propagano come per osmosi, e la percentuale di coloro che sono realmente consapevoli dell’operazione in corso è minima: la stragrande maggioranza degli operatori del settore seguiranno la moda del momento perché quello sarà il modo più redditizio e soddisfacente per svolgere il proprio mestiere.
Le persone assimilano lo spirito del tempo col respiro, e questo non vale solo per i fruitori, ma anche, e soprattutto, per i creativi.

Così, in questa continua operazione che si autoalimenta, diviene interessante individuare qualcuno di quei pochi che con cognizione contribuiscono ad indirizzarlo, questo spirito.

La parabola di Rihanna

Rihanna “solare”, all’inizio della sua carriera

Nel 2007 il singolo musicale di maggior successo a livello mondiale fu la celebre hit Umbrella, interpretato dalla giovane Rihanna, originaria delle isole Barbados.
Il percorso della giovane cantante, l’interprete femminile emergente di maggior successo degli ultimi anni nel campo dell’industria musicale, ripercorre uno stereotipo più volte riproposto dallo show business contemporaneo, ovvero quello della ragazzina acqua e sapone innocente che si trasforma in icona della trasgressione e della provocazione.
E’ il caso, ad esempio, delle due giovani artiste femminili che maggiormente hanno caratterizzato il mondo del pop degli anni 90, ovvero Brintey Spears e Cristina Aguilera, che hanno esordito entrambe in programmi della Disney rivolti ai bambini per poi acquisire una immagine sensuale e trasgressiva nel proseguo della loro carriera.

Nel caso di Rihanna il passaggio è stato ancora più evidente, sottolineato anche dal titolo del suo terzo album, Good girl gone bad, proposito chiaro che non lascia spazio a fraintendimenti.
In questo modo Rihanna, dopo aver esordito mostrando una immagine tutto sommato solare ed “innocente”, raggiunge la maturità conformandosi ai modelli del successo ispirati dall’etat d’esprit contemporaneo, e tale passaggio è ulteriormente rimarcato nel video musicale che accompagna il singolo che consacra ufficialmente la sua popolarità, ovvero il già menzionato Umbrella.



Il video è introdotto da Jay Z, probabilmente il rapper-produttore più influente dell’industria musicale statunitense, che in questo caso svolge il ruolo di traghettatore-officiante.

Jay Z rappresenta qui la figura dell’attore consapevole e perfettamente inserito nel sistema, totalmente conscio dei valori in gioco, e come un antico sacerdote-iniziato ha il compito di “battezzare” la sua protetta.
Il video narra di un vero e proprio rito di iniziazione, o forse sarebbe più corretto dire “contro-iniziazione”.
Dopo una breve introduzione, in cui Jay Z si vanta del proprio successo e chiama Rihanna, ha luogo il primo momento importante della cerimonia, quello del battesimo (contro-battesimo) per mezzo dell’acqua.
Rihanna appare vestita di bianco, simbolo della purezza non ancora smarrita, mentre viene investita da getti di fluido scuro, che la ragazza tenta di scansare ma dai quali viene colpita.
L’acqua è elemento essenziale di molti riti di iniziazione, non ultimo il battesimo cristiano, ma in questo caso il liquido non è limpido, ma appare scuro e vischioso; l’usare elementi iniziatici mutandone le proprietà è una nota caratteristica dei riti contro-iniziatici, che fanno della parodia il loro elemento distintivo.


A conferma di ciò, immediatamente dopo il “battesimo” Rihanna si presenta vestita di nero, ad indicare la purezza smarrita.
Ha luogo quindi un balletto in cui la nuova Rihanna si mostra consapevole del passaggio, mentre si muove entro un limite definito da due lucernari che spiccano sulla parete dello sfondo, la cui collocazione riprende la disposizione delle due colonne del tempio.

Seguono una serie di stacchi in cui Rihanna si mostra nuda e si mette in posa all’interno di un triangolo bianco su sfondo nero.
Il triangolo è notoriamente un altro elemento dal profondo significato simbolico.
E proprio grazie ad una delle pose assunte dalla giovane cantante viene infine svelato anche il significato del testo della canzone stessa.
La frase ripetuta nel ritornello, under my umbrella, può essere interpretata infatti  come “sotto la mia protezione”, ed è interessante in questo senso notare la figura che emerge da un breve frammento del video:

Si tratta di due singoli fotogrammi, il secondo dei quali consiste nel negativo del primo, che formano una figura che appare di sfuggita e che può essere colta appieno solo per mezzo di un fermo immagine (minuto del video 2.41).
Rihanna appare in ginocchio col capo chino all’interno del triangolo, mentre tende le mani in alto in una posizione innaturale.
Le ombre generate dalle spalle della ragazza sono inoltre state accentuate per apparire come orbite oculari, e dare all’insieme dell’apparizione una somiglianza abbastanza marcata con la celebre raffigurazione del Bafometto dell’occultista ottocentesco Eliphas Levi, associato nella cultura popolare con la figura di Satana:

Anche sovrapponendo le due immagini si nota una certa corrispondenza:

Potrebbe quindi trattarsi di un indizio su chi sia che offre “protezione” alla giovane artista, definitivamente introdotta nel mondo del successo.
Nella parte finale del video Rihanna, sempre vestita di nero, danza attorniata da sei ballerini, riprendendo la coreografia iniziale in cui il mentore Jay Z era attorniato da sei presenze femminili, sancendo definitivamente il nuovo status di ex ragazza solare gone bad.

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Si veda anche:

Occult and Prophetic Messages in Rihanna’s Umbrella, da The Vigilant Citizen (articolo dagli spunti interessanti, in cui si fa una analisi per certi versi simile a quella qui proposta)