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Con la scusa dell’ Ambientalismo.
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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
2 Maggio 2009

Verso Denver

going to Denver, coming soon.
28 Aprile 2009

La danza di Denver

The Dancers, di Jonathan Borofsky, Denver

Danza della Morte, Hans Holbein

26 Aprile 2009

Il Cavallo dell'Apocalisse a guardia dell'Aeroporto di Denver

Guardai e vidi un cavallo pallido; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades

L’aeroporto di Denver è uno degli edifici più singolari del pianeta, con i suoi celebri ed inquietanti murales e la sua planimetria decisamente significativa.
La sua intera struttura può essere assimilata ad un grande tempio inneggiante al Nuovo Ordine Mondiale, dal momento che le rappresentazioni che si trovano al suo interno non lasciano molto spazio ad eventuali dubbi.
Ma gli aspetti particolari dell’ aeroporto non si limitano a questi elementi: all’interno dell’area del complesso trova infatti spazio anche un’altra opera dal carattere originale.
Si tratta dell’imponente Mustang, che domina l’area adiacente all’edificio.

Il Mustang, detto anche Blu Horse, è una scultura  alta circa 12 metri raffigurante un cavallo scheletrico anatomicamente perfetto e sollevato sulle zampe posteriori, commissionata dall’aeroporto di Denver all’artista messicano Louis Himenez.
Himenez morì nel 2006, poco prima di terminare la sua opera, schiacciato dalla testa dello stesso cavallo staccatasi dalla sua base.
Questo episodio fu solo il primo a contribuire alla fama sinistra di cui il Mustang gode.
La sua presenza infatti provoca grande turbamento alla maggioranza dei viaggiatori che si recano all’aeroporto, e di notte la visione appare ancora più spettrale a causa degli occhi rossi al neon del cavallo che brillano nell’oscurità.


I cittadini di Denver hanno soprannominato la scultura il cavallo pallido o il cavallo dell’apocalisse, poiché la sua presenza ricorda l’animale cavalcato dal quarto cavaliere, quello della morte, così come descritto nella Rivelazione di San Giovanni.
Significativo anche il fatto che alcuni  bambini che vedono la statua per la prima volta chiedono ai propri genitori se si tratti del cavallo di Satana.

Da quando nel 2007 l’opera è stata posizionata all’esterno dell’aeroporto, migliaia di cittadini hanno partecipato ad una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Mustang in altro luogo, ma i responsabili del comune di Denver hanno risposto che la statua non potrà essere rimossa prima del 2013, non dando ulteriori spiegazioni.

Il Cavallo Pallido con l’aeroporto di Denver sullo sfondo

24 Aprile 2009

California, dal sogno all’incubo




E’ l’ottava economia del mondo, ma le casse dello stato sono vuote.
Il servizio di Riccardo Staglianò, per Repubblica
22 Aprile 2009

Elezioni europee, clown e ballerine


Coloro che utilizzano una casella di posta elettronica  sul portale Libero, sapranno che suddetto portale segnala quotidianamente ai propri utenti le notizie più interessanti che avvengo nel paese e nel mondo, con dei brevi titoletti che rimandano ad articoli più approfonditi.
Le notizie in rilievo sono più o meno del seguente tenore:
– Grande Fratello: Cri, oltre le tette c’è di più;
– banda di rumeni ruba la pensione ad una nonnina di 94 anni;
– fornaio pugliese uccide moglie e suocera con 63 colpi di machete;
– sudafrica: scoperta cura contro la sudorazione eccessiva;
– Britney Spears ubriaca picchia due giornalisti.
E così via.

Si tratta di un servizio sicuramente utile, dal momento che in pochi secondi si ha un quadro abbastanza preciso dei fatti che più interessano la nazione.
Oggi, quindi, tra gli argomenti segnalati un articolo spiegava la nuova strategia del nostro premier in vista delle prossime europee:

Silvio gioca duro
Per le Europee candida 20 gnocche col cervello

Il politico più amato del mondo: questo dice di sé Silvio Berlusconi, forte dei sondaggi che lo danno al 73,5 % di gradimento. «Più di Obama, Lula, Tusk ed Erdogan», dice il premier alle venti bellezze che il Pdl proporrà per la candidatura alle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimi. «Voglio volti giovani, facce nuove per rinnovare l’immagine del Pdl e dell’Italia in Europa», traduce in termini politici ai suoi, circondato da un harem adorante.

E quindi via libera alla nuova pupilla Barbara Matera (ex annunciatrice Rai, ex letteronza a Mai dire gol e attrice nella serie Carabinieri 7), alla rossa Angela Sozio (ex gieffina, tra le protagoniste della paparazzata-scandalo a Villa Certosa qualche estate fa, causa scatenante – insieme con altri episodi simili – della reprimenda infuocata che Veronica Lario consegnò alla stampa all’indirizzo del marito), all’attrice Eleonora Gaggioli (qualcuno la ricorderà nelle serie tv Don Camillo ed Elisa di Rivombrosa) e a Camilla Ferranti (Uomini e donne, immortalata in un calendario del 2008 e assunta agli onori della cronaca perché citata nella famigerata telefonata tra Berlusconi e Saccà).

Solitamente non mi occupo di politica italiana, (per una questione di est-etica, innanzitutto), ma una notizia come questa andrebbe letta con attenzione e conservata perchè sintetizza perfettamente l’essenza della democrazia moderna.
Si potrebbe infatti, di primo acchitto, considerare la scelta del premier di puntare su delle giovani e  piacenti donne, probabilmente non molto competenti, come una delle tante prove del suo modo poco rispettoso di considerare le istituzioni democratiche.

In verità è lo stesso sistema democratico a rappresentare un immenso inganno, e i vari candidati altro non sono che maschere che hanno il compito di portare a termine compiti assegnati loro da altre strutture di potere, meno visibili.
Silvio Berlusconi, scegliendo quali candidate per le prossime europee delle donne dello spettacolo, non fa altro che portare agli estremi tale concetto, con grande coerenza.
Il parlamento europeo, come tutti i parlamenti di questo mondo, è un enorme circo  dove sabbie mobili travestite da esseri umani fanno finta di prendere decisioni per i cittadini, tra una mazzetta e l’altra.
E in un grande circo le ballerine non sono affatto fuori luogo.